Matteo Salvini e Benjamin Netanyahu
Una proposta presentata dalla Lega con lo scopo di impedire ogni manifestazione di dissenso contro Israele e Netanyahu, anche per quanto riguarda il genocidio in corso nella Striscia di Gaza a danno dei palestinesi, mascherata da tentativo di impedire atti di antisemitismo. È così che Matteo Salvini, recentemente insignito del premio Israele-Italia 2025 creato quest’anno, tiene fede ai diktat imposti dal governo sionista e rafforzati dagli interessi degli USA.
Il testo è formato da tre articoli ed è intitolato: “Disposizioni per l’adozione della definizione operativa di antisemitismo, nonché per il contrasto agli atti di antisemitismo”. Si stabilisce di adottare la definizione operativa di antisemitismo dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto (Ihra), che è la seguente: “L’antisemitismo è una certa percezione degli ebrei che può essere espressa come odio per gli ebrei. Manifestazioni di antisemitismo verbali e fisiche sono dirette verso gli ebrei o i non ebrei e/o alle loro proprietà, verso istituzioni comunitarie ebraiche ed edifici utilizzati per il culto”. L’IHRA, per motivi di chiarezza, fa un esempio pratico: “Le manifestazioni possono avere come obiettivo lo Stato di Israele perché concepito come una collettività ebraica”. Alla base del concetto, dunque, vi è l’antisemitismo inteso come odio verso la collettività ebrea.
La Lega però ha stravolto e manipolato fortemente la definizione – e non poteva fare altrimenti, dati i soggetti coinvolti e lo scopo della proposta di legge, ossia coprire i crimini di guerra. L’articolo 3 infatti dispone “il diniego all’autorizzazione di una riunione o manifestazione pubblica per ragioni di moralità che può essere motivato anche in caso di valutazione di grave rischio potenziale per l’utilizzo di simboli, slogan, messaggi e qualunque altro atto antisemita ai sensi della definizione operativa di antisemitismo adottata dalla presente legge”.
La legge vuole dunque vietare le manifestazioni, come tante che stanno avendo luogo in tutto il mondo, contro il genocidio del popolo palestinese perché nell’ambito delle proteste potrebbero esserci slogan antisemiti. Negare quindi un diritto garantito dalla Costituzione perché potrebbe verificarsi un evento. Un’assurdità sia logica che giuridica. È come vietare ad una persona di mangiare perché un boccone potrebbe andargli di traverso.
La Lega, il governo italiano e la maggioranza del Parlamento tentano dunque di fare un passo ulteriore, materiale. Se finora si erano limitati al silenzio su ciò che sta avvenendo in Palestina, ora che gli orrori non si possono più nascondere – anzi, sono destinati ad aumentare vista la decisione di annettere Gaza – si passa all’azione vera e propria mettendo il bavaglio alla stragrande maggioranza degli italiani che è nettamente schierata a favore della pace, per il cessate il fuoco e contro i crimini di guerra. Se il popolo è schierato dalla parte giusta della Storia, i suoi rappresentati sono dall’altro lato. Quello degli aguzzini, quello di coloro che schiacciano i propri simili. Perché? Quali interessi ci sono dietro tutto ciò?