“Facesse na culata e ascesse ‘o sole!” Conoscete questo proverbio?

Un napoletano pessimista, al quale non gliene va bene una e che si lamenta del fatto che ogni cosa che deve fare la farà sempre in condizioni avverse. Il proverbio Facesse na culata e ascesse ‘o sole, tradotto con “Facessi il bucato e uscisse il sole“, si riferisce a chi non riesce ad avere fortuna propizia nelle imprese che intraprende, una esclamazione piena di rammarico pronunciata da chiunque noti che le proprie operazioni, fin dalla loro origine, non sono mai accompagnate dalla buona sorte.

In particolar modo la locuzione si riferisce al dispiacere che prova una massaia dopo aver fatto il proprio bucato quando nota che le condizioni atmosferiche le sono ostili. Avessi un po’ di fortuna! Questo è il significato della frase che viene pronunciata con amarezza da chi vede il proprio agire vanificato per una imprecisata sfortuna che ponga “il bastone tra le ruote”. Ma cosa significa questa espressione? E soprattutto da dove deriva?

Il termine napoletano “culata“, non è una parolaccia, ma viene tradotto con “colata”, bucato, parola che indica l’operazione di lavare e rendere candida la biancheria di casa. Un tempo, prima dell’invenzione dei detersivi chimici, le massaie napoletane sbiancavano i panni con un sapone naturale, chiamato “sapone ‘e piazza” (sapone di piazza), li sistemavano in una tinozza che poi ricoprivano con un grosso telo detto “cennerale“. Su di esso venivano adagiati arbusti odorosi ed uno strato di cenere, prelevata dal camino di casa o acquistata dal “cenneraro“, poi dopo aver lasciato riposare il tutto per una notte intera, si lasciava colare su di esso dell’acqua bollente addizionata da essenze profumate. Quando tutta l’acqua aveva lavato via la cenere e la soda caustica, contenuta in essa, aveva sbiancato la biancheria, si faceva un ultimo veloce risciacquo e si lasciava asciugare al vento e al sole che ci si augurava facesse capolino tra le nuvole.

Così con pochi gesti e soprattutto senza inquinare, le nostre antenate, ottenevano un pulito insuperabile ed una freschezza senza pari, con l’aggiunta di un ottimo odore dovuto all’azione delle essenze profumate naturali.

Una chicca storica: l’immagine è una foto d’archivio datata al 1890. Ritrae alcune lavandaie napoletane in via Mezzocannone.

E voi lo conoscevate questo detto? Scommettiamo che da oggi lo userete anche voi?