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Violenze nel carcere di Smcv, 105 agenti e funzionari a giudizio: accusati di tortura, lesioni e omicidio

Dovranno rispondere di pesanti accuse i 105 imputati, tra poliziotti penitenziari, funzionari del Dap (Dipartimento Amministrazione Penitenziaria) e dell’azienda sanitaria locale che sono coinvolti nelle violenze avvenute nel carcere di Santa Maria Capua Vetere (in provincia di Caserta).

VIOLENZE NEL CARCERE DI SMCV: 105 IMPUTATI A GIUDIZIO

Sono stati tutti rinviati a giudizio come deciso dal gip di Santa Maria Capua Vetere, Pasquale D’Angelo. I reati ipotizzati dalla Procura sono, a vario titolo, tortura, lesioni, violenza privata, abuso di autorità e, per 12 imputati, l’omicidio colposo per la morte di un detenuto algerino alcuni giorni dopo le violenze. Dei 108 imputati, uno non ci sarà all’udienza preliminare perché ha dimostrato di non essere in carcere al momento delle violenze, altri due invece hanno chiesto il rito abbreviato (che si terrà il 25 ottobre davanti allo stesso gup). La prima udienza sarà celebrata il 7 novembre davanti alla Corte d’Assise del tribunale sammaritano.

I FATTI

Era il 6 aprile 2020 quando scoppiarono le violenze nel carcere di Santa Maria Capua Vetere. Accanto agli agenti dell’istituto di reclusione casertano vennero anche oltre 100 poliziotti provenienti soprattutto dal carcere di Secondigliano che durante le violenze, cui parteciparono attivamente, erano muniti di caschi e mascherina protettiva per cui non riconoscibili dai detenuti. Per ora si sono costituite al processo oltre cento parti civili, tra cui una novantina di reclusi vittime dei pestaggi, il garante nazionale e quello regionale dei detenuti, alcune associazioni (Antigone, Carcere possibile, Agadonlus, Abusi in divisa), ed enti come l’Asl di Caserta e il Ministero di Grazia e Giustizia, che compariranno anche nelle vesti di responsabile civile per le condotte dei propri dipendenti. 105 gli imputati che andranno a giudizio per le violenze commesse nel carcere di Smcv.