Genitori e ragazzi infuriati che volevano che i cancelli restassero chiusi, una deriva sociale che il sindaco – Gaetano Cimmino – ha voluto denunciare con un messaggio sui propri canali social. “Ma ce l’hai una coscienza?” e ancora “sindaco sei un bast***o” “Sindaco il covid ce l’hai in testa“- e tanti altri insulti che non stiamo qui ad elencare.
Il primo cittadino di Castellammare di Stabia ha voluto rispondere così agli insulti: “Amo i ragazzi, amo il mondo della scuola; adoro i social e la possibilità di comunicare con semplicità, adoro la goliardia e so stare allo scherzo.
Ma c’è una cosa che non tollero, per cui invito i genitori a riflettere seriamente ed a controllare i profili e le attività social dei propri figli: passi anche per il “Tu”, poiché ricordo a tutti che è l’Istituzione a cui ci si rivolge anche su queste piattaforme; ma le offese e gli insulti e la mancanza di educazione sono inammissibili.
Per questi motivi, cosa che avevo evitato di fare in passato nonostante gli avvertimenti, ho dato mandato al settore Avvocatura di valutare l’opportunità di denunciare chi ha recato offesa al Sindaco.
Nel merito, poi, nessuna grave criticità è stata registrata nelle scuole cittadine. Quanto accaduto in alcune zone del centro cittadino ha creato disagi al traffico ed è una questione ascrivibile al funzionamento di pompe di sollevamento non di competenza comunale e per cui mi sono già attivato.
Tornando alle scuole, il mio compito non è semplicemente quello di scegliere se aprire o chiudere, di fare testa o croce o di sperare nel miglioramento improvviso del meteo. L’orientamento è quello di non interrompere la regolarità delle lezioni, di dare priorità al diritto allo studio“.
Stessa idea che ha avuto il Comune di Napoli, anche lì le scuole sono rimaste aperte per lo stesso motivo, come spiegato dalla stessa amministrazione. Ma questa non è la prima volta che genitori e studenti attaccano un sindaco che non chiude le scuole. Solamente un mese fa era successo a San Giorgio a Cremano e anche quella volta il primo cittadini aveva denunciato i fatti, ricordando come in tempi passati, si andava a scuola anche sotto “bufere di neve”.