Essendo questo un fatto, a nostro avviso è palesemente fuori luogo oltre che fuorviante quanto ha affermato il leader della Lega Nord attraverso un post su Facebook, nel quale parla di emergenza legata all’immigrazione e alla criminalità nel quartiere Vasto di Napoli.
“Quando ero al Viminale ci eravamo impegnati con la comunità del Vasto di Napoli, un lavoro di 18 mesi vanificato in 3 mesi… Tornerò presto per incontrare il parroco, la gente, quelle persone oneste che quando ero io ministro invocavano più controlli e sicurezza, altro che porti aperti”.
Salvini dovrebbe, prima di tutto, spiegarci in cosa consiste il lavoro di 18 mesi che sarebbe stato vanificato. A parte una perenne campagna elettorale, dirette su Facebook e comizi in televisione e nelle piazze, non abbiamo francamente riscontrato segnali tangibili di tale impegno a favore della città di Napoli. Eppure aveva ricevuto la disponibilità alla collaborazione non solo dai cittadini, ma perfino dal sindaco Luigi de Magistris, con il quale c’è sempre stato un rapporto molto aspro.
Discorso simile merita il tema dei porti aperti e dei rimpatri. Se in campagna elettorale Salvini aveva promesso 600mila rimpatri, in un anno di governo aveva raggiunto a malapena l’1% di quella cifra. Il governo Renzi ne aveva rimpatriati di più. Se avesse passato più tempo al Viminale e meno su Facebook, forse qualcosa in più sarebbe riuscito a fare.
I fatti, allora, ci forniscono una panoramica ben diversa rispetto a quella data dal capitano (di cosa, non si è ancora capito) Matteo Salvini.