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Vandalizzata la piscina di Scampia: il Comune non lo sa e ignora i progetti di recupero

Ancora chiusa la piscina comunale Massimo Galante di Scampia

Napoli – Dallo scorso ottobre, dopo l’iniziale polverone sollevatosi con annesse dichiarazioni da parte dell’Assessore allo Sport Ciro Borriello, del Presidente dell’XIII Municipalità Apostolos Paipais e del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, nulla sembra muoversi.

Per chi non conosce la vicenda sarà necessario fare un passo indietro. Il 21 ottobre scorso, a causa di affitti arretrati – si parla di un debito di circa 90mila euro –, la piscina Galante di Scampia chiude i battenti, con la promessa di una riapertura con una nuova gestione. Tuttavia, a quasi quattro mesi dalla riconsegna delle chiavi, niente è stato fatto per restituire la struttura, non ai vecchi gestori, ma al territorio.

Non era la prima volta

A Scampia, dopo le Vele, un altro mostro di cemento abbandonato trasforma la zona in un quartiere fantasma. Tutto ciò contribuisce a veicolare un messaggio, non solo estremamente errato, ma anche pericoloso. Chi nasce in un rione difficile, chi si trova a crescere in periferia, non ha alcuna possibilità di riscattarsi. Allora tanto vale delinquere.

La piscina Galante ha letteralmente salvato generazioni di ragazzi che hanno desiderato emanciparsi, senza adattarsi all’etichetta di giovani di serie B che chi non conosce la loro realtà, è portato ad attaccargli addosso. Sono giovani che alla vita facile che la malavita offre, hanno preferito il sacrificio e i valori sani dello sport. Eppure, nonostante la scelta coraggiosa, hanno ricevuto in cambio porte chiuse in faccia – con tanto di sigilli delle forze dell’ordine –.

Ma oltre il danno anche la beffa. Quello si temeva succedesse già quando la struttura era ancora aperta al pubblico, è accaduto ancora. Diverse notti fa, qualcuno – ad oggi non si ha ancora idea chi possa essere stato – ha frantumato uno dei vetri esterni della piscina, introducendosi all’interno. Tuttavia, nonostante siano passati diversi giorni, nessuno si è preoccupato di andare a controllare l’entità del danno.

Non si tratta, comunque, di un caso isolato. Nel corso degli anni, diverse volte la Galante è stata vittima dei delinquenti. Nel 2016, in particolare, durante la chiusura estiva, alcuni malintenzionati si introdussero all’interno della struttura con le stesse modalità e, oltre a rubare computer, stampanti, defibrillatori e motori di filtraggio, distrussero completamente la zona vasca e la zona bar.

I sigilli – posti per assicurare e garantire l’integrità del patrimonio, dice la legge – stavolta sono serviti a poco. E oggi la piscina resta aperta a chiunque decida di introdursi a danneggiarla, senza possibilità di salvaguardia.

L’iniziativa

A restare aperta è anche la petizione su Change.org di Carmine Esposito, ex dipendente della Galante, e alcuni giovani addetti ai lavori che non si sono rassegnati all’idea che un importante centro di aggregazione come quello, diventi simbolo del fallimento politico sul nostro territorio. La loro è l’idea di un coraggioso progetto imprenditoriale che porti a vita nuova non solo la struttura, ma anche l’area verde circostante, completamente abbandonata all’incuria. Dopo un primo incontro con l’Assessore allo Sport Ciro Borriello, qualche giorno dopo la chiusura, non c’è stato più alcun contatto. “Abbiamo provato a fare rumore, a chiedere incontri, ma l’amministrazione non ascolta”, ha detto Carmine. “Le iniziative di giovani imprenditori sono osteggiate e non sostenute. Questo non fa altro che fomentare la fuga di cervelli e capitali in luoghi meno refrattari alle novità”.