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No al lockdown, a Napoli la nuova protesta: dai balconi e con le pentole per far rumore

Napoli e la Campania sono sull’orlo del baratro, la possibilità più che concreta di un lockdown regionale ha risvegliato l’animo combattivo dei partenopei. Le ripercussioni di una nuova chiusura potrebbe ammazzare mezza città.

Dopo il lockdown di marzo De Luca ha avanzato la chiara ipotesi di una nuova chiusura. Facciamo un passo indietro. Dalla riapertura, ad ogni angolo di strada troviamo negozi ed attività che non sono riuscite a sopperire alla crisi sanitaria che si è tramutata in crisi economica e sociale.

Sono tanti i napoletani, come del resto anche in tutta Italia, ad aver perso il lavoro perché il sostegno dello Stato è stato scarso o in taluni casi addirittura nullo. Una seconda chiusura farebbe certamente danni peggiori mandando per strada tutte quelle attività e tutti quei lavoratori precari che hanno resistito a fatica tra marzo e aprile.

Questo è il reale motivo della protesta di ieri. Napoli è scesa in piazza. Ha fatto sentire la sua voce che è il risultato della conferenza stampa dello sceriffo. Vuole evitare il tanto temuto lockdown, la crisi economica rischia seriamente di essere più dannosa di quella sanitaria. Purtroppo la manifestazione però è sfociata in alcuni atti di violenza che hanno spostato l’ago della bilancia verso i facinorosi, perdendo di vista il tema centrale, la protesta.

I media nazionali infatti parlano di rivolte violente, si parla di delinquenza e si condannano gli atti. Nessuno o quasi gli accenni al motivo della protesta. Si sta silenziando una città intera che in tutti i modi cerca di dire la sua. Non c’è dubbio che sia stato un errore sfociare in questi atti osceni e pericolosi ma si deve tener conto che questa è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso.

Napoli non deve fermarsi, ciò che è successo ieri non deve spostare l’ago della bilancia. Per questo motivo oggi è stata promossa un’altra protesta, da casa, pacifica, in modo tale che non si possa fare dello SputtaNapoli. La città si prepara ad uscire i fuori i balconi di casa e rumoreggiare con le pentole per farsi sentire. L’appuntamento è previsto alle ore 18:00.

Intanto il web si è scatenato. Non si parla del maltempo di oggi, non si parla del Calcio e non si parla di altro che non sia legato a ciò che è accaduto nelle ore di coprifuoco di ieri. C’è chi appoggia la protesta ma condanna la violenza, e chi invece crede che le parole di De Luca possano davvero sconfiggere il Coronavirus.

Si fanno riferimenti alla storia di Napoli, alle 4 giornate. Si fanno riferimenti agli atti dei gilet gialli in Francia e ai Black Lives Matter in America. Fenomeni decisamente più violenti che sul web hanno ricevuto l’approvazione della stragrande maggioranza di coloro che oggi condannano i propri concittadini.

Napoli non molla, la storia lo insegna, non si piega e lotta, e lotta, e lotta ancora.