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Napoli, la pizza del Popolo in risposta a Briatore: tranci gratis per tutti

Non si placano le polemiche relative alle frasi di Briatore sulla scarsa qualità della pizza venduta a 4 e 5 euro a differenza della sua dove una margherita sta 15 euro. Di risposta all’imprenditore sono scesi in campo l’Associazione Pizzaiuoli Napoletani e Francesco Emilio Borrelli in qualità di Presidente della commissione agricoltura.

A NAPOLI, PIZZA GRATIS: “È DEL POPOLO. DAVANTI ALLA PIZZA SIAMO TUTTI UGUALI”

Ma non solo, in via dei Tribunali, Sorbillo ha deciso di lanciare una provocazione regalando tranci di pizza e chiedendo alla gente: “Noi la facciamo così e gli ingredienti sono questi: assaggiatela e ditemi com’è“. Un vero successo per questa iniziativa, più commerciale che altro, che ha fatto registrare centinaia di persone fuori alla pizzeria per assistere ad una lezione e ricevere una pizza al portafoglio gratis. Lo slogan scelto ha sottolineato come la pizza debba essere del popolo e non solo appannaggio dei ricchi. E in fila tutti erano pronti a gustare la pizza, senza differenza di ceto sociale, età. Perché la pizza unisce tutti.

Come spiegato dal consigliere Borrelli:

Disprezzare il popolo e i poveri come ha fatto Briatore è incommentabile. Chi non conosce le tradizioni culinarie del nostro paese farebbe meglio a stare zitto. Questa polemica è stata realizzata quasi certamente per farsi pubblicità ma con i suoi modi ha offeso chi questo prodotto l’ha reso grande ed esportato in tutto il mondo facendogli avere i più importanti riconoscimenti possibili. Siamo oramai all’esasperazione del classismo da parte di chi sarà anche pieno di soldi ma è povero d’animo“.

L’INIZIATIVA DI SORBILLO

Sorbillo ha anche deciso di lanciare una sorta di pizza sospesa, che però sarà pagata dopo 8 giorni:

Si tratta di un tipico sistema che si utilizzava a Napoli, soprattutto nei bassi, in momenti di profonda crisi. Il cittadino mangiava la pizza, generalmente quella fritta, con la promessa di ritornare a pagarla 8 giorni dopo. Il debito veniva sempre pagato ed il sistema funzionava alla perfezione. Chi immagina di trasformare questo prodotto in un marchio per ricchi sbaglia di grosso. Davanti alla pizza siamo tutti uguali: il povero e il ricco, i bambini e i grandi. Tutti devono potersela comprare“.