I giovani non hanno voglia di lavorare… Il reddito di cittadinanza ha peggiorato la situazione: le persone preferiscono stare a casa. Quante volte lo abbiamo sentito dire?
Però pochi parlano dello sfruttamento da parte degli pseudo-imprenditori e dei datori di lavoro che offrono impieghi per pochi spiccioli al mese. Le cose poi si aggravano quando ci si trova di fronte le donne o i giovani. Anelli più deboli delle fasce lavorative.
Il video in questione è stato segnalato da un utente al consigliere regionale Francesco Emilio Borrelli che ha visto la denuncia da parte di questa ragazza. La giovane racconta dell’offerta di lavoro nella quale si è imbattuta: 10 ore di lavoro al giorno per 280 euro al mese.
“Francesco, ascolta l’esperienza di questa ragazza imbattutasi in questa offerta di lavoro: 10 ore al giorno per una retribuzione di 280 euro mensili. Ma siamo sicuri che i giovani non vogliano lavorare o invece sono certi pseudo-imprenditori a non avere voglia di dare lavoro (quello nel vero senso della parola)?”. Scrive l’utente.
Tante sono ormai le persone che incolpano il Reddito di cittadinanza per la mancanza di lavoratori lamentata da numerose imprese: scarseggiano camerieri, lavapiatti, cuochi, baristi, pizzaioli e così via, molti dei quali sarebbero stati assunti per la stagione estiva. Secondo i detrattori del sussidio statale, i ragazzi preferirebbero restare a casa perché pigri: tanto lo Stato assicura lo stipendio.
Nessuno parla del perché i giovani disoccupati preferiscono non accettare quei lavori, ed ossia gli stipendi da fame a fronte di orari di lavoro a limite della schiavitù. Per tutte queste persone, presunti imprenditori e simili, un lavoratore dovrebbe accettare uno stipendio di neanche mille euro al mese per lavorare anche 14/16 ore al giorno, inclusi fine settimana e festivi (senza indennità), magari a nero e senza alcuna tutela.