Alain Ducasse nel suo ristorante a Napoli
“Datemi 100 giorni e vi farò mangiare la pasta più buona del mondo”. Parola di Alain Ducasse, lo chef più stellato al mondo che ha inaugurato a Napoli il suo primo ristorante italiano, al nono piano del Romeo. La cucina di Ducasse non sarà un omaggio alla cucina napoletana, ma aggiungerà qualcosa all’offerta gastronomica partenopea e, chissà, potrebbe anche essere una pietra miliare da cui far partire una nuova rivoluzione della cucina napoletana. Specialmente in un periodo storico dove il boom del turismo ha portato all’apertura di tanti tra locali e ristoranti che propongono grosso modo gli stessi piatti, ossia quelli della tradizione con poche rivisitazioni.
“Non siamo venuti a Napoli per cucinare qualcosa che i napoletani fanno benissimo da soli. Siamo venuti per offrire qualcosa di diverso: la haute cuisine francese contemporanea ispirata ai prodotti italiani” – ha detto Alain Ducasse a La Repubblica. Lo chef, che conta ben 18 stelle Michelin nei suoi ristoranti in giro per il mondo, non vuole dunque imporre la cucina francese.
D’altra parte un processo simile Napoli l’ha già vissuto nella propria storia, tra il Settecento e l’Ottocento, con i Monzù (in Sicilia Monsù). Si trattava dei capocuochi delle famiglie aristocratiche degli allora Regni di Napoli e Sicilia, appunto, che operarono una sorta di fusione tra la cucina frase e quelle locali, dando vita anche ad alcuni piatti che oggi continuiamo a preparare e mangiare, come il sartù di riso.