Ciò soprattutto in considerazione del fatto che le farmacie locali sono costantemente contattate per la richiesta continua di ossigeno, non soltanto da parte di chi affetto da specifica patologia, ma – in questo particolare contesto – da tanti pazienti positivi al coronavirus. Anzi, come più volte chiarito dai rappresentanti di categoria, la richiesta di ossigeno molte volte è ad uso preventivo e non effettivo.
Una situazione che rischia di mandare in tilt il circuito di erogazione del gas vitale, non per mancanza dello stesso, ma per il mancato reperimento delle bombole d’ossigeno, come sottolinea lo stesso Giovanni Palomba:
“E’ un problema serio quello che si sta delineando, per il quale è necessaria la collaborazione e il buon senso di tutti i cittadini. Sento il dovere istituzionale, oltre che morale, di farmi portavoce e dare forza al grido d’allarme dei nostri medici e farmacisti.
Pertanto, chiunque abbia in casa bombole vuote, anche per sola dimenticanza, è tenuto a portarle in qualunque farmacia del territorio comunale, anche se non è quella dove le stesse sono state prelevate. È un gesto di solidarietà, oltre che di responsabilità, importante, al quale siamo tutti chiamati per il bene dell’intera comunità. Anche una sola bombola a testa, può fare la differenza”.