Limitazioni fisiche che ci hanno costretti a fare i conti con un qualcosa con cui la maggior parte di noi non aveva avuto a che fare, le limitazioni sociali. C’è però una minoranza della popolazione che con le limitazioni sociali ci ha a che fare dalla nascita: sono i disabili e oggi è la giornata dedicata a loro.
Oggi è la giornata internazionale delle persone disabili e tanti sono i problemi che queste persone devono affrontare ogni ora, ogni giorno della propria vita. Le città purtroppo non sono fatte a norma di disabile, sono ancora troppi gli ostacoli e le barriere architettoniche che li dividono da una vita semplificata.
Oggi è un giorno speciale che ci aiuta a riflettere sulle diversità. Perché non sono proprio le differenze, le sfaccettature di ognuno di noi, abile o disabile che sia, che creano la bellezza del mondo?
I disabili hanno da sempre dovuto affrontare le limitazioni che la società gli impone, discriminati e dimenticati, esclusi dai diritti più umani. In questa pandemia anche loro hanno sofferto molto, forse più di tutti gli altri, perché con le limitazioni ancora in atto la loro vita è stata stravolta ancora di più.
Difficoltà nell’uscire di casa perché il rischio covid per loro è elevato, chiusura di centri e strutture apposite per loro, allontanamento da una vita sociali che gli permetteva di entrare in contatto con la realtà, sono solo alcune delle difficoltà che i disabili e le loro famiglie hanno dovuto affrontare.
Per non parlare dei ragazzi disabili che vanno ancora a scuola e che sono esclusi dalla socialità e dalle attività scolastiche ora stravolte a causa della didattica a distanza.
Alcuni gesti, che per noi possono sembrare scontati, per molte persone non lo sono. Per una persona normodotata l’uso di una mascherina – seppur fastidioso – è una cosa semplice, per una persona sorda la mascherina è la limitazione più grande poiché viene privata dell’unico strumento per poter comprendere, la lettura delle labbra.
Una persona cieca che deve utilizzare i guanti per andare in giro è limitata maggiormente perché il tatto è l’unico strumento che ha per orientarsi e quindi si sentirà ancora più sola in un mondo che già in precedenza non la metteva in primo piano.
E proprio una cantante napoletana, Angelica Borrelli, un mese fa fece presente a tutti come la sua vita da non vedente fosse ancora più complicata in questo periodo: “Il covid mi ha portato via ciò che di più bello esiste per me: la connessione con il mondo“.