Società

I giovani ai tempi del coronavirus: uno studio conferma i disagi della dad per gli studenti

Save the children – emergenza coronavirus a scuola. Il 2020 è stato un anno funesto per tutti, ma forse quelli che hanno sofferto di più sono stati i bambini e i ragazzi che hanno dovuto separarsi dalla scuola.

Scuola, 1 minore su 5 ha difficoltà nel fare i compiti 

La dad, con tutti i suoi pregi e i suoi difetti, è entrata a gamba tesa nelle loro vite e in quelle dei genitori e degli insegnanti. L’allontanamento dalle aule ha però costretto molti ragazzi a fare i conti con difficoltà e disagi che non si aspettavano di affrontare, ed è quello che emerge dai dati contenuti nell’indagine “I giovani ai tempi del Coronavirus”, condotta da Ipsos per Save the Children su un campione di adolescenti tra i 14 e i 18 anni.

Il 28% degli studenti dichiara infatti che almeno un loro compagno di classe dal lockdown di questa primavera a oggi avrebbe smesso di frequentare le lezioni: tra questi, un quarto ritiene che siano addirittura più di 3 i ragazzi che non partecipano più.

Un fenomeno, quello delle assenze prolungate che è, di fatto, l’anticamera della dispersione: dai dati raccolti, Save the Children stima che circa 34mila studenti delle scuole secondarie di secondo grado potrebbero aggiungersi a fine anno ai dispersi della scuola.

Secondo gli adolescenti intervistati, tra le cause principali delle assenze dalla Dad, c’è la difficoltà delle connessioni e la fatica a concentrarsi nel seguire la didattica dietro uno schermo.

Le assenze rispetto allo scorso anno sono aumentate per la maggior parte degli studenti. Più di un ragazzo su 4 (28%) afferma che dal lockdown di primavera c’è almeno un proprio compagno di classe che ha smesso completamente di frequentare le lezioni, in particolare 1 su 3 al Centro Italia. Il 7% afferma che i compagni di scuola “dispersi” a partire dal lockdown sono tre o più di tre.

Inoltre, a quasi un anno dall’inizio dell’emergenza coronavirus in Italia, per un adolescente su due, il 46%, è stato “un anno sprecato”. Gli stati d’animo inoltre sono molto indirizzati verso la frustrazione e la rabbia nella disparità di giudizio: il 65% è convinto di star pagando in prima persona per l’incapacità degli adulti di gestire la pandemia, il 43% si sente accusato dagli adulti di essere tra i principali diffusori del contagio, mentre il 42% ritiene ingiusto che agli adulti sia permesso di andare al lavoro, mentre ai giovani non è permesso di andare a scuola.

Stanchezza (31%), incertezza (17%) e preoccupazione (17%) sono i principali stati d’animo che hanno dichiarato di vivere gli adolescenti in questo periodo, ma anche disorientamento, apatia, tristezza e solitudine.