Il problema dunque riguardava il compenso di duemila euro a puntata, ma a questo punto si apre la questione etica: perché gli altri ospiti devono essere pagati e lui no? Orsini, tra l’altro, ha affermato di aver rinunciato a compensi molto più alti offerti da altre trasmissioni proprio per partecipare a un programma di cui ha grande stima. L’idea di non ricevere alcun compenso era partita proprio da lui all’indomani della polemica sorta a causa dell’ingerenza di Partito Democratico, Italia Viva e +Europa.
Le modalità di azione della direzione di Rai3 sono state molto ambigue circa la questione Orsini. Di fatto ha permesso un certo grado di ingerenza della politica nell’informazione che, in uno stato democratico (fino a prova contraria) come l’Italia dovrebbe essere libera. Curioso che le proteste siano giunte da chi afferma che Putin sia un tiranno.
La Rai dal canto suo non si espressa ufficialmente e non ha dato motivazioni pubbliche, limitandosi a rescindere il contratto con Alessandro Orsini. È preoccupante infine che la levata di scudi in favore della libertà di dibattito sia scaturita essenzialmente dal pubblico e da una parte dei giornalisti, mentre il mondo della politica ha fatto ben poco per rassicurare circa l’impegno per garantire la trasparenza dell’informazione.