Una grave azione intimidatoria che, secondo la stampa nazionale, deve essere attribuita a un presunto “mitomane” che per qualche motivo inspiegabile si è reso protagonista di quel gesto. Un’ipotesi che non solo si regge su un ragionamento non meglio esplicato, visto che le indagini erano appena cominciate, ma che immediatamente mette in luce un atteggiamento differente rispetto alla situazione che si sta vivendo a Napoli.
Non è un momento brillante per la squadra di Ancelotti, pesantemente contestata dai tifosi. Così il furto dell’autoradio alla moglie di Zielinski è diventato un atto intimidatorio ricollegabile alla tifoseria collusa con la camorra, salvo poi scoprire che i ladri erano stranieri e del Napoli – con tutto il rispetto – se ne fregano.
Non stiamo dicendo che l’ipotesi del “mitomane” di Milano sia errata, anzi, lo speriamo. Non capiamo, però, perché nel caso napoletano si sia giunti a una conclusione affrettata che era la peggiore possibile, poi rivelatasi falsa. Dai fatti di cronaca risulta a tutti, ormai, che le mafie a Milano e al Nord esistono eccome, e si infiltrano nelle tifoserie.
La Gazzetta dello Sport, che non si era fatta problemi a titolare “Napoli, che danno: i top d’Europa ci penseranno prima di venire”, in questo caso avrà meditato, letto e riletto decine di volte prima di pubblicare la notizia del proiettile, facendo attenzione affinché per sino le virgole fossero nel posto giusto. Quando la smetteranno di fare due pesi e due misure?