Cultura

Il Trianon compie 110 anni, la sua travagliata storia: fu anche un cinema a luci rosse

Compie 110 anni il Trianon: il teatro venne inaugurato il giorno 8 novembre 1911 con la rappresentazione di Miseria e Nobilità, da parte della compagnia di Vincenzo Scarpetta, figlio di Eduardo Scarpetta, al debutto nel ruolo di Felice Sciosciammocca. Il suo nome si rifà al Grand Trianon, un edificio fatto costruire da Luigi XIV di Francia, il re Sole, il quale acquistò il villaggio di Trianon per demolirlo e far erigere il palazzo che aveva la funzione di offrire un rifugio alla famiglia reale quando intendeva “scappare” dalla corte e dagli affanni della vita pubblica.

Situato nel cuore di Forcella, in Piazza Calenda e in prossimità delle mura greche di Neapolis (‘o Cippo a Furcella), al suo interno vi è inglobata l’unica torre di avvistamento superstite della città greca. Essa era posta a presidio della porta Furcillensis o Herculanensis, e inglobata nella struttura dal costruttore dell’immobile e primo proprietario del teatro, Amodio Salsi: la torre della Sirena, così battezzata per evocare nel centro antico della città il mito fondativo di Parthenope e del suo canto ammaliatore.

Il Trianon: da teatro a cinema a luci rosse

La storia del Trianon è ad ogni modo piuttosto travagliata: in epoca fascista cambiò nome diventando il teatro “Trionfale”, poiché il regime era avverso a qualunque utilizzo delle lingue straniere nell’utilizzo comune. Acquistato da Gustavo Cuccurullo nel 1940, nel 1947 divenne invece un cinema, lo Splendore, fino agli anni ’90 quando fu trasformato in un cinema a luci rosse. Un altro Gustavo Cuccurullo lo restituì alla sua prima funzione, quella di teatro, restaurandolo ed inaugurandolo il 7 dicembre 2002 con Eden Teatro di Raffaele Viviani.

 

 

 

Il cinema “Splendore”

La rinascita

Dal 2006 il teatro è divenuto ad intera partecipazione pubblica. Contemporaneamente è stato dedicato a Raffaele Viviani, cambiando nome in Trianon Viviani. Alla direzione artistica furono chiamati Nino D’Angelo e Giorgio Verdelli. Dopo un periodo di difficoltà economiche e debiti, il Trianon fu messo all’asta e si ipotizzò si trasformarlo in un supermercato o in una sala bingo, eventualità che scatenarono le proteste vive degli abitanti del quartiere. Fu salvato grazie alla nascita della fondazione, i cui soci fondatori sono la Regione Campania con l’80,40%, e con il restante 19,60% la Città Metropolitana di Napoli. Presidente della fondazione è Giovanni Pinto.

Oggi la direzione artistica è affidata a Marisa Laurito (triennio 2020-2022). Il bilancio del 2020, per il secondo anno consecutivo, è risultato in positivo a dimostrazione della bontà del lavoro svolto e di una programmazione che sa incontrare e stimolare i gusti del pubblico.

Fonti:
https://www.teatrotrianon.org/