Architettura

Villa Buonanno a Cercola: la dimora della donna che salvò opere dalle bombe tedesche

Cercola – Villa Buonanno di Cercola è, attualmente, un relais di lusso, ma la sua storia è ben più antica e fortemente legata a quella di una delle più importanti eroine della cultura italiana: Mary Schellembrid Buonanno. La villa, di origine settecentesca ed annoverata tra le Ville Vesuviane, apparteneva alla nobile famiglia Bammacaro. Divenne proprietà della famiglia che ancora oggi le dà il nome quando Nicola Buonanno l’acquistò nel 1857, quando sposò Camilla Bammacaro.

Negli anni la struttura è cambiata ripetutamente a seguito di numerosi restauri: stanze, pareti, infissi e disposizioni hanno subito pesanti modifiche che l’hanno trasformata nell’odierno albergo. E’ rimasto invariato, invece, il punto più caratteristico della struttura, la “Torre platta” ovvero piatta, smerlata come la chiamavano i contadini, che sovrasta l’intera zona circostante e che oggi ospita il ristorante. Resistono ancora anche i giardini dove la nostra eroina era solita passeggiare e leggere nei pomeriggi estivi. Per la famiglia Buonanno e per Mary Schellembrid Buonanno, infatti, la villa era una dimora estiva.

In molti si staranno domandando quale sia il merito della donna. Del resto, ci sono eroi che non vengono ricordati dai libri di storia e la nostra donna è in questo novero. Eppure, senza di lei, un inestimabile tesoro culturale sarebbe andato distrutto dalle bombe della Seconda Guerra Mondiale. Originaria di Varese Mary era direttrice della Biblioteca Nazionale “Braidense” di Milano durante il disastroso conflitto.

Prevedendo un attacco su Milano e la possibile distruzione che ne sarebbe conseguita, fra il 1942 ed il 1943 la bibliotecaria portò via dal suo istituto ben 170 mila volumi oltre che documenti, incunaboli, quadri di Maria Teresa d’Austria, di Napoleone e altro materiale prezioso, e con viaggi impossibili e segreti nascose tutto nell’Abbazia benedettina di San Giacomo a Pontida. Qui i monaci li custodirono con cura ed amore fino alla fine del conflitto, quando ritornarono incolumi nella loro antica sede.

Villa Buonanno

Una scelta avveduta dal momento che l’8 agosto del ’43 le bombe americane colpirono proprio la biblioteca “Braidense”. Anche in quel caso la Buonanno diede prova di completa devozione ai suoi doveri: nonostante fosse in vacanza con la famiglia a Courmayeur partì il giorno prima temendo una simile evenienza ed arrivò a Milano giusto in tempo per salvare il palazzo dalle fiamme che lo stavano divorando. A guerra finita fu sempre grazie a lei che la biblioteca venne ristrutturata, tornando a custodire tutti gli antichi tesori di un tempo.

Senza Mary Schellembrid Buonanno secoli di arte e cultura italiane sarebbero stati distrutti dalle fiamme. Le vicende della donna ed il suo impegno per salvare la biblioteca sono raccolte nel libro “Mary Buonanno Svchellembrid: la Biblioteca Braidense negli “anni di guerra” dal salvataggio alla ricostruzione”, edito da Hoepli e scritto dal professor Luigi Zanzi.