Calcio

Inter-Juve, l’ex procuratore Pecoraro: “Sparito l’audio del VAR, ho ricevuto solo il video”

A distanza di più di due anni dall’accaduto, ancora una volta si è tornati a parlare in TV del “mistero” delle comunicazioni audio tra VAR e l’arbitro Daniele Orsato, durante il match Inter-Juve dell’aprile 2018. Per l’ex procuratore della FIGC Giuseppe Pecoraro, infatti, mancherebbe l’audio VAR relativo all’episodio della mancata espulsione dello juventino che probabilmente condizionò l’intero campionato di serie A o quanto meno quel singolo match.

All’epoca, infatti, la partita Inter-Juve era sentita come uno dei momenti più importanti del campionato in corso: mancavano tre giornate alla fine e il Napoli era in classifica sotto la Juve di soltanto un punto. Una sconfitta bianconera sarebbe stata decisiva per gli azzurri in ottica scudetto.

LA PARTITA – Nel secondo tempo del match Inter-Juve, sull’1-1, un giocatore della Juve (con un uomo in più) compie un pericoloso fallo a centro campo: è Pjanic l’autore del gesto ai danni di Rafinha. Pjanic, già ammonito in precedenza, rischia seriamente di essere espulso ma l’arbitro non userà nessun cartellino contro di lui.

Sin da subito, dal campo e dai programmi sportivi successivi alla partita, il gesto di Orsato viene individuato come un grandissimo errore, ‘il peggiore del match’. Ma c’è altro: Orsato aveva tirato fuori il cartellino giallo in quel frangente ma, tenendolo in mano per circa 35 secondi, lo userà contro D’Ambrosio per proteste. Ma cosa è accaduto in questi secondi? Ci sono state comunicazioni da parte del VAR tramite auricolare?

Ad oggi, tra le alte sfere della FIGC, sembrano non esserci dubbi che qualcosa non abbia funzionato correttamente. L’ex procuratore della FIGC Giuseppe Pecoraro, infatti, all’epoca fece richiesta per ottenere gli audio della conversazione tra VAR e arbitro ma non li ha mai ricevuti. Pochi mesi dopo lo abbiamo visto dimettersi.

Ma la bomba è nuovamente esplosa nel maggio scorso, in pieno lockdown. Pecoraro ha rilasciato un’intervista a ‘Il Mattino’ in cui ha dichiarato che gli audio tra VAR e arbitro legati alla partita Inter-Juventus sono misteriosamente spariti.

Anche interpellato dalle Iene, il procuratore Pecoraro ha confermato di aver avuto soltanto il video di quella fantomatica partita ma non l’audio e ha sottolineato: “Mi avrebbero mandato tutto subito se non avessero avuto nulla da nascondere, non trova?”

Il designatore degli arbitri a livello nazionale, Nicola Rizzoli, ha poi specificato che Pecoraro ha richiesto una registrazione dell’intera partita, cosa che sostiene non possa esistere. Ma com’è possibile che esistano registrazioni degli episodi critici senza una registrazione totale?

Lo stesso Rizzoli, interpellato dalle Iene, ha dichiarato che è impossibile che all’ex procuratore Pecoraro sia arrivato un video senza audio (che ha comunque impiegato sei mesi per arrivare a chi di competenza) e che presto durante i match sarà possibile mostrare al pubblico audio e video della comunicazioni tra arbitri e VAR in diretta, in nome della trasparenza che, a quanto pare, in episodi come quello che ha visto coinvolto Orsato, non c’è stata.

Claudio Gavillucci, ex arbitro di Serie A, ha confermato, dunque, che la registrazione VAR parte al calcio d’inizio e si conclude all’ultimo fischio dell’arbitro ed è sia audio (per quanto riguarda ciò che passa in cuffia) sia video. Sarebbe impossibile prevedere quale episodio avrà potenzialmente bisogno del VAR e attivarlo ogni volta.

L’arbitro Giuseppe Orsato e l’uomo al VAR, Paolo Valeri, nuovamente interpellati, sono semplicemente fuggiti senza dare alcuna spiegazione. Al netto di tutta la vicenda, l’ex procuratore Pecoraro ha dichiarato di essersi addirittura dimesso perché deluso dall’ambiente. Oltre a ciò, ha parlato di “condizionamento psicologico” degli arbitri rispetto alla Juventus.

Considerazioni del genere fatte da un qualsiasi tifoso dell’Inter o anche del Napoli possono aver perfettamente senso ma non possono non avere peso se pronunciate dall’ex procuratore della FIGC Giuseppe Pecoraro.