Calcio

Renzo Martin a Turris Live: “Avrei ammazzato per non prendere gol. Facevamo collette per aiutare tutti”

Durante la trentunesima puntata di Turris Live (il programma di Vesuvio Live dedicato al mondo corallino presentato da Michele Massa e Stefano Esposito e che va in onda ogni lunedì alle ore 20:30 sui nostri canali social) tra gli ospiti della trasmissione abbiamo avuto il piacere di fare una chiacchierata con uno dei calciatori più amati nella storia della Turris, l’ala Renzo Martin. Una vita a Torre del Greco, a sottolineare lo splendido rapporto tra il calciatore e la piazza, con una promozione in C1 che è rimasta nella storia.

Le parole di Renzo Martin a Turris Live

Il ricordo con la maglia corallina: “Sono stato benissimo, penso di aver fatto il mio dovere, penso di aver dato tutto per la maglia corallina. Ho tantissimi ricordi, sicuramente quello del primo anno con Sacchella, quando siamo riusciti ad andare in C1, in un girone complicatissimo con regole assurde. I due anni successivi ci siamo riusciti a salvare di fila poi c’è stato il terremoto che ci ha fatto giocare un anno intero fuori casa, perché lo stadio Liguori era inagibile. Poi il primo anno quando vincemmo a Crotone e siamo andati in C1, un ricordo bellissimo, la squadra era forte, la società importante, però aveva un difetto, faceva le squadre risicate, si guardava spesso al bilancio e la squadra era sempre contata, ma comunque siamo riusciti a salire di categoria e mantenerla per anni, poi il terremoto scombussolò tutto. Mi dispiace perché ho vinto campionati dovunque e volevo lasciare un segno anche a Torre, ma è andata così”.

La Turris nella stagione 78/79 con Martin capitano

Il commento sulla Turris dei giorni nostri

Martin però non nasconde il disinteresse per il calcio moderno: “Seguo la Turris sui giornali. Ma adesso il calcio non mi piace più, non dico la Turris ma dico proprio in generale. Vedo scene assurde, si va fino all’area avversaria poi si gioca palla indietro al portiere, tocca palla più lui che il regista. Non è più il calcio nostro, noi cercavamo di vincere giocando bene, saltando l’uomo, cercando le superiorità numeriche, sicuramente quando attaccavamo non tornavamo in difesa”.

L’esultanza dei calciatori corallini – Foto Salvatore Varo

Da Arbitrio a Carlà, tutti i ricordi di Martin dei tempi corallini

Arbitrio?: “E’ stato un giocatore importantissimo per la Turris, poi lui a Catanzaro si è confermato. Ha fatto un bel salto, cosa che non è toccata a me. Anche perché una volta arrivato a Torre del Greco, ero riuscito a strappare un contratto che l’anno dopo mi impediva di andare da qualunque altra parte. L’estate dopo mi voleva l’Udinese, ma appena hanno visto quanto guadagnavo si sono tirati indietro”. 

Carlà?: “Lì era già la seconda Turris. La prima Turris avevamo uno squadrone. Con Carlà eravamo in C2, dove non siamo riusciti a portare i corallini in C1 perché mi ruppi la gamba a Frosinone, perché sennò la partita con il Licata la vincevamo. I siciliani vennero qui al Liguori con un punto in meno a noi, perdevano 1-0 e poi hanno rimontato con un gol di contropiede e l’altro su calcio d’angolo a favore nostro. Se c’ero io quel secondo gol non lo prendevamo perché ammazzavo qualcuno“.

Turris 79/80

Il ricordo della tifoseria e l’aneddoto che ha colpito gli spettatori

Il racconto dell’aneddoto sui magazzinieri, Martin ci racconta che: “A Torre cercavo di aiutare chiunque, ricordo il magazziniere Ciccio Di Franco, i figli li avevo sempre io. Ai tempi noi calciatori facevamo una colletta per dare i soldi ai collaboratori e tiravamo fuori 10 mila lire a testa al mese, l’anno dopo sono diventato capitano e da 10 mila sono passato a 50 mila lire. Poi gli andavo a prendere anche la pasta Voiello a Caserta per i tanti figli, tra cui quelli di Ciccio. Abbiamo aiutato anche compagni in difficoltà”.

La tifoseria?: “Io venivo da una piazza come Livorno, che aveva grandissimi tifosi che aveva 30 mila spettatori allo stadio. Torre del Greco è una tifoseria del sud che rispecchia perfettamente la passione”. 

Classe 01, nato e cresciuto con la voglia di scrivere e raccontare lo sport. Dal 2020 in giro tra sale e tribune stampa con un carico di passione e di "garra charrua".