Giuntoli e Motta (foto AI)
La Juventus è stata ieri sera eliminata ai playoff di Champions League dagli olandesi del PSV Eindhoven. Un’uscita di scena inattesa e cocente, sia dal punto di vista sportivo che da quello economico.
La Vecchia Signora ha infatti speso negli ultimi due anni, da quando Cristiano Giuntoli ha lasciato il Napoli per diventare il ds dei bianconeri, la bellezza di 270 milioni di euro per vincere, fino ad ora, una Coppa Italia.
Nella stagione scorsa la Juve non ha partecipato, come noto, alle competizioni europee dopo essere stata sanzionata dalla UEFA per il caso plusvalenze fittizie, mentre quest’anno, dopo un girone fatto di alti e bassi concluso al 20esimo posto (su 36), è stata esclusa dalla competizione da una squadra attualmente seconda in classifica in Eredivisie, dopo aver addirittura vinto la partita d’andata.
Un fallimento sportivo che ha avuto chiare ripercussioni economiche: in caso di qualificazione, infatti, nelle casse dei bianconeri sarebbero arrivati ben 11 milioni di euro, che invece finiranno in quelle del PSV.
I ricavi derivanti dalla Champions della Juve, dunque, si fermano a 66 milioni di euro, ben poca cosa rispetto a quanto investito sul mercato per arrivarci e competere.
In campionato, gli uomini di Thiago Motta, tra gli imputati principali di questa debacle, sono al quarto posto, distanti ben 10 punti dal Napoli capolista, unica squadra peraltro contro cui hanno perso in Serie A, dove detengono il record stagionale di pareggi, ben 13, che hanno contribuito sensibilmente alla classifica deludente.