Calcio

Lione retrocesso per debiti. La serietà dei francesi: altro che brand da tutelare (Juve e Inter)

Il Lione è stato retrocesso a tavolino in Ligue 2. Giunto al sesto posto in Ligue 1, l’anno prossimo giocherà nella seconda divisione del campionato francese a causa di un debito accumulato di 175 milioni di euro. La retrocessione a tavolino era stata decisa già lo scorso novembre, tuttavia il proprietario John Textor, miliardario americano, aveva presentato ricorso. La DNCG – l’organismo francese che controlla la gestione dei conti delle società di calcio – ha tuttavia deciso di respingerlo, non convinta dalla nuova situazione patrimoniale del Lione.

Lione retrocesso in Ligue 2

Il Lione, tramite un comunicato ufficiale, ha annunciato un ulteriore ricorso: “Negli ultimi mesi abbiamo collaborato a stretto contatto con la DNCG, soddisfacendo tutte le sue richieste con investimenti azionari in contanti superiori agli importi richiesti. Grazie ai contributi azionari dei nostri azionisti e alla cessione del Crystal Palace, la nostra liquidità è migliorata significativamente e disponiamo di risorse più che sufficienti per la stagione 2025/26”.

“Con così tanta liquidità dimostrata e un successo sportivo che ci ha permesso di conquistare la partecipazione alle competizioni europee per due anni consecutivi, sinceramente non comprendiamo come una decisione amministrativa possa far retrocedere un club francese così importante. Attraverso il nostro appello, stabiliremo che le nostre ingenti risorse liquide sono sufficienti affinché l’Olympique Lyonnais mantenga il suo posto in Ligue 1”.

Stesso destino per Bordeaux, altro club blasonato

Un destino simile anche per il Bordeaux che, dopo la retrocessione in Ligue 2 sul campo nel 2021/22, è stato costretto a ripartire dalla quarta divisione nell’agosto 2024. Eppure i due club non sono società calcistiche “qualunque”: il Lione conta 7 scudetti, 5 Coppe di Francia, una Coppa di Lega Francese e 8 Supercoppe francesi oltre a svariate partecipazioni alle Coppe Europee condite dalla partecipazione a due semifinali di Champions League (e potendosi vantare di aver eliminato più volte il Real Madrid). Il Bordeaux invece di scudetti ne ha vinti 6, con 4 Coppe di Francia, 3 Coppe di Lega Francese, 3 Supercoppe di Francia e, in ambito europeo, una Coppa delle Alpi.

Altro che brand: le regole valgono per tutti

In Francia, evidentemente, il rispetto delle regole e dunque la parità di trattamento vale per tutti, per le squadre blasonate così come le piccole. A differenza di quanto avviene in Italia, dove negli ultimi anni è stato esplicitamente affermato che bisogna tutelare i brand. Nello specifico, Juventus e Inter. Tradotto: la legge non è uguale per tutti e paga solo chi è meno fortunato. Ne sanno qualcosa i tifosi di Napoli, Fiorentina, Palermo, Catania, Reggina, Bari o Brescia, tanto per citare soltanto le piazze importanti e storiche del calcio italiano. Ma evidentemente non abbastanza da poter usufruire del concetto di tutela del brand, o magari non abbastanza ammanigliate, come spesso si sente dire.