Il sorteggio dei playoff per il Mondiale 2026, tenutosi a Zurigo, ha riservato all’Italia una semifinale casalinga contro l’Irlanda del Nord, con Bergamo indicata come sede più probabile.
Ma il vero ostacolo si profila subito dopo: in caso di vittoria, gli azzurri dovranno affrontare in trasferta la vincente tra Galles e Bosnia ed Erzegovina, un impegno che si annuncia ben più insidioso.
L’esito del sorteggio resta nel complesso positivo, soprattutto perché ha evitato incroci temuti come quelli con Svezia e Polonia, spedite altrove in tabellone.
Tuttavia, l’eventuale finale lontano dall’Italia aggiunge un livello di difficoltà notevole: un ambiente ostile, una sola partita da dentro o fuori e la consapevolezza che ogni dettaglio potrebbe fare la differenza.
Paradossalmente, viste le recenti delusioni interne — Svezia a Milano e Macedonia del Nord a Palermo — qualcuno potrebbe persino leggerlo come un segno scaramantico.
La data da segnare è il 26 marzo, quando si giocherà la semifinale contro l’Irlanda del Nord. Solo cinque giorni più tardi, se tutto andrà come sperato, arriverà quella finale che vale un Mondiale e che già promette di essere una battaglia ad altissima tensione.
«L’Irlanda del Nord è una squadra fisica, con una mentalità che non molla mai. Dovremo giocarci al meglio le nostre carte. Sapevamo che il percorso dei playoff sarebbe stato inevitabile e che c’è ancora margine di miglioramento. Guardiamo avanti con fiducia. Stage? Non è una decisione che spetta a me, se ne occupa il presidente. È normale però che avere più giorni insieme aiuti, non solo per lavorare sul campo ma anche per parlare con i ragazzi. Speriamo che tutto vada per il verso giusto».