Il gioielliere avrebbe aiutato Lo Russo nei mesi di latitanza a Napoli, prima offrendogli un appartamento in via Chiaia, poi addirittura ospitandolo in casa propria a Posillipo. Avrebbe, inoltre, organizzato visite di familiari e affiliati, occupandosi di tutto ciò di cui avesse bisogno. A confermare i fatti, anche la moglie di Lo Russo.
Il periodo di latitanza va dal maggio 2010 all’estate dello stesso anno, durante la quale Lo Russo fuggì all’estero.