Un messaggio dedicato a tutti quelli che sono stati i trambusti della scorsa settimana, fin ad arrivare all’auspicio che cambiare le cose si può: “Ho sempre pensato, da ragazzo, che un altro mondo è possibile. Ho sempre lottato per questo. Ma bisogna conquistarselo. Con la rivoluzione dell’alternativa. Anche i cambiamenti climatici si arrestano, in primo luogo, con una rivoluzione culturale”.
Una rivoluzione che non riguarda né lo Stato, né gli enti o i grandi organi politici: “Dal basso si può cambiare, anche a Napoli lo abbiamo dimostrato che cambiare si può. Anche senza soldi, senza partiti. Costruiamo, insieme, l’alternativa politica, morale, culturale, sociale ed economica. Bisogna mettere insieme rottura del Sistema e capacità di governo. Opposizione sociale e affidabilità di governo. Movimenti, reti civiche, associazioni, militanti. Rivoluzione nelle strade e rivoluzione con il diritto governando”.
Perché le istituzioni hanno un solo compito, è cioè quello di attuare le richieste del popolo: “Nelle Istituzioni portiamo l’alternativa che costruiamo con i popoli. Il diritto, connesso con il popolo, ha una potenza rivoluzionaria in grado di trasformare le ingiustizie sociali. Ci vogliono competenza e coraggio, autonomia e libertà. Difesa del Pianeta e della Natura con un’altra economia che sappia coniugare diritto al lavoro e diritto alla salute e all’ambiente salubre. Tra la Terra, nei beni comuni, ritroviamo il gusto di essere comunità”.
Quindi, conclude De Magistris, non siamo inermi, ma rendiamoci autori di un cambiamento e no vittime o complici del degrado: “Siamo nella lotta per i diritti, il tempo è sempre quello giusto, la vittoria non può attendere, per l’umanità e per la felicità. Facciamo presto prima che sia troppo tardi. Nessuno potrà dirci di essere stati complici e di non aver lottato”.