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2 luglio 1942, Peppino scrive a Eduardo per fare pace. Gelida la risposta: “Infantile”

Era il 2 luglio del 1942 quando Peppino scriveva questa lettera a suo fratello Eduardo. C’erano due fratelli, l’arte (che alle volte separa invece di unire), delle acredini e l’amore fraterno che sottostà nello spazio ambiguo dove coesistono problemi e bei ricordi.

Nel testo che segue riscopriamo un Peppino pungente, ma anche un po’ sofferente. Che mostra un’apertura a metà tra affetto e orgoglio.

Caro Eduardo,
se veramente, come sempre hai detto e fatto credere, io ho rovinato e potrei ancora rovinare i tuoi proponimenti artistici tenendoti ancora a me legato, dimmela francamente e con tutta sincerità; per quanto quella sincerità sia cruda, dolorosa e offensiva, come tu sai essere quando vuoi esserlo, io non farò che rispettarla e lasciarti libero della tua vita. Se al contrario credi che io possa ancora studiare con te e lavorare con te come ai nostri antichi tempi, non aspetto che una tua buona parola e ancora una volta saremo uniti nel nostro lavoro con lena e fiducia.

Se ho tentato di farti riappacificare con nostra madre, che da parecchio si sente offesa del tuo distacco e ne soffre, il mio non è un gesto di “viltà” come tu lo hai giudicato, no! L’avvicinarsi del Natale ha fatto nascere in me l’idea che forse l’atmosfera natalizia ti avrebbe fatto accettare la mia proposta di accontentare comunque nostra madre, che tra l’altro è noto ha un particolare affetto per te e le tue cose. Ora che stiamo per separarci nulla voglio trascurare perché i nostri rapporti tornino normali e logici. Se credi che un chiarimento possa giovare definitivamente, sono pronto a discutere su tutto con animo di artista e soprattutto di fratello.

Peppino

(2 luglio 1942)

Questa fu la risposta di Eduardo:

Caro Peppino,
ti pare che dopo quanto è accaduto fra me e te, dopo anni di veleno amarissimo… un semplice colpo di spugna può cancellare dal mio animo l’offesa e il risentimento? Tu dici: “Siamo fratelli”. Certo. E chi più di me ha saputo affrontare e comprendere questo sentimento? Credi che tu da estraneo avresti potuto infliggermi le torture morali che sistematicamente, minuto per minuto, mi infliggevi? L’amore fraterno è un sentimento da asilo infantile, credi a me. Fratelli si diventa dopo di avere guardato nell’animo di una persona come in uno specchio di acqua limpida… Scusami, ma io guardando nel tuo animo, il fondo non lo scorgo. La tua lettera è troppo ingenua.

Io voglio tenderti la mano, ma con un chiarimento esauriente, onesto, sincero. Se tu mi vuoi bene come ai primi tempi della nostra miseria, vuol dire che nulla puoi rimproverarmi… mentre io, e questo è il mio più grande dolore, non ti voglio bene come allora: ti temo… Scusami se ti ho parlato così, ma è la maniera migliore per far diventare uomini due fratelli, e fratelli due uomini. Parto domani per un periodo di riposo. Puoi trovarmi al Parco Grifeo 53. Il portiere ti potrà dire dove sono. Ti vedrei volentieri.

(7 luglio 1942)

Tre fratelli: Eduardo, Peppino e Titina De Filippo, una delle famiglie più importanti del teatro e del cinema italiano. Eduardo si specializzò come commediografo e drammaturgo, Peppino come attore comico dell’emergente commedia “all’italiana” e Titina come prima “donna” almeno fino a metà degli anni ’50. Insieme creano il famoso e fortunato Teatro Umoristico nel 1930-31.

Una famiglia, dunque, che vive d’arte. Togliendo la patina dorata di cui spesso il mondo della cultura e dell’arte viene rivestito, ci apriamo ad altri sentimenti umani in cui si può cadere: la competizione, la gelosia, oppure, il semplice riscoprirsi appartenenti a direzioni e idee diverse e questo divide.

Eduardo e Peppino fecero coppia fissa non solo sui palcoscenici dei maggiori teatri italiani, ma anche al cinema, ricevendo sempre un enorme successo.

Ma poi i dissidi si sono fatti spazio nel duo di fratelli e il pubblico assiste alla loro separazione professionale, avvenuta definitivamente nel 1944.

Una famiglia come tante, con gli strascichi di vittorie e sconfitte. Come tante, Una famiglia difficile, titolo del libro di Peppino che uscì nel 1977, per l’editore Marotta, dove parla anche della rottura con suo fratello Eduardo, dal suo punto di vista.