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Paziente positivo di Bergamo trasferito a Palermo: “Mi hanno resuscitato. Mi tatuo la Sicilia”

In piena emergenza coronavirus per l’Italia, la Protezione Civile ha attivato la Cross. La Centrale Remota per le Operazioni di Soccorso Sanitario consente, in caso di necessità (come la mancanza di posti in terapia intensiva), lo spostamento di paziente in altre Regioni. E molti pazienti affetti da covid-19 della Lombardia sono stati portati al Sud e in altri paesi come la Germania.

Uno di loro, dalle pagine di ‘Repubblica’, ha voluto raccontare la sua storia. Si tratta di Ettore Consonni, magazziniere in pensione di 61 anni ora finalmente guarito. Quasi 900 km in linea d’area separano la città di Bergamo, dove Ettore si è addormentato perché entrato in coma, e quella di Palermo, dove si è risvegliato. Un viaggio che è avvenuto grazie agli arei militari in piena sicurezza che lo ha portato nell’ospedale Civico del capoluogo siculo. Dopo 23 giorni in terapia intensiva, Ettore si è ripreso e ci ha messo un po’ per realizzare dove si trovava.

“Le ultime parole che ho sentito è che in ospedale non c’era più posto. Poi mi sono svegliato. In Rianimazione sentivo l’accento siciliano, ma pensavo a qualche medico siciliano che lavorava sopra. Mi dicevano che ero a Palermo, ma pensavo scherzassero perché ridevano. Pregavo di guarire perché a settembre si sposa la mia ultima figlia, la devo portare all’altare, e si doveva battezzare il mio ultimo nipote dove sono il padrino”.

Una testimonianza toccante che si conclude con una promessa.

“Piangevo e mi consolavano, mi portavano i biscottini e gli arancini. Sono quasi 50 giorni che sono qui. Per fortuna con il cellulare faccio le videochiamate con la mia famiglia. Qui mi hanno resuscitato perché mi hanno detto che ero  molto grave. Grazie Sicilia e grazie Palermitani: ci sono infermieri e medici speciali. Ma la Sicilia me la tatuerò sul cuore devo pensare a cosa mettere accanto alla scritta, tipo l’albero della vita”.