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Ferimento di Noemi, i due fratelli Del Re accusati anche di: “Aver sporcato l’immagine di Napoli”

Più di un anno fa una bambina di nome Noemi fu ferita, per errore, in un agguato camorristico mentre era in braccio a sua sua nonna. Alcuni colpi di pistola raggiunsero la piccola fuori a un bar di Piazza Nazionale, a Napoli. Quelle immagini fecero il giro del mondo e furono il titolo di apertura di tutti i giornali e i media nazionali.

Grazie all’eccellenza dei medici napoletani dell’Ospedale Santobono e dopo alcuni interventi chirurgici, Noemi si è in parte ripresa ma ha ancora il busto. Nei suoi ricordi ci sarà sempre vivo quel giorno del 3 maggio 2019. Ieri il sostituto procuratore antimafia di Napoli, Antonella Fratello, ha chiesto venti anni di reclusione per i fratelli Armando e Antonio Del Re, ritenuti i presunti autori dell’agguato che ferì Noemi. La richiesta è stata avanzata dal pm Antimafia al termine della qua requisitoria. Noemi e la nonna furono ferite per errore, il vero obiettivo del raid era Salvatore Nurcaro, ritenuto legato alla camorra. I fratelli Del Re sono accusati, tra l’altro, di duplice omicidio premeditato aggravato dalle finalità mafiose.

Nella requisitoria della Dda di Napoli, come riportato fedelmente da ‘Il Mattino’, si punta anche sul lato emotivo della vicenda. L’episodio di cronaca ha infatti non solo ferito una bambina che casualmente passava di lì con la nonna, ma ha anche gettato fango sulla città partenopea.

“Dopo quell’episodio, in Italia ma anche all’estero, c’è chi ha pensato che a Napoli, in qualsiasi momento del giorno si corre il rischio di finire ammazzati. Che in qualsiasi punto della città, c’è chi impugna l’arma, spara e fa fuoco, senza prevedere le conseguenze, senza pensare al rischio di ammazzare anche persone estranee al crimine”.

La scena dove un uomo scappa per non essere ucciso, un altro lo insegue ferendo una bambina e sua nonna, scavalcandole quando ormai sono a terra, ha fatto il giro delle tv. In questo episodio di cronaca nera, il Comune di Napoli si è costituito parte civile, insieme alla famiglia di Noemi e all’associazione ‘Libera’:

“Un episodio che ha sporcato l’immagine della città, faticosamente risorsa negli ultimi anni in campo turistico e dell’ospitalità”.