Il comune pubblica il Piano di Emergenza e la città piomba nel caos

Abbiamo più volte parlato dell’assoluta carenza da parte dei comuni di un adeguato piano di riferimento in caso di calamità naturali come, nel nostro caso, l’eventuale eruzione del Vesuvio e più volte siamo stati tacciati di allarmismo. Eppure di questo problema si dovrebbe parlare, per insegnare soprattutto ai giovani, come fronteggiare eventuali situazioni pericolose. Poca informazione sui piani di evacuazione, dicevamo, così come sulle principali strategie da adottare e su tutti quei piccoli ma indispensabili metodi per salvarsi la vita.

In Italia siamo sempre carenti in termini di prevenzione. Affetti da secoli da un certo senso di menefreghismo ed indifferenza, vittime di un fatalismo padre di un atteggiamento pericoloso ed imprudente.

In tal senso un esempio emblematico è rappresentato da quanto accaduto poco fa a Marano di Napoli dopo l’affissione da parte del Comune di manifesti che illustrano il piano d’emergenza comunale. Si tratta di un piano obbligatorio per tutti i comuni d’Italia ed imposto dalla protezione civile al fine di preparare la città a eventuali emergenze.

In tal senso i Comuni non hanno però solo il compito di redigere e diffondere i piani, ma bensì, anche di informare (e formare) i cittadini sulle aree protette in caso di emergenza, così come suggerito dalle normative in materia.

Eppure la notizia sembra essere stata presa con ansia dagli abitanti del luogo che, una volta visti affissi i manifesti, hanno pensato al peggio. Panico e paura tra la gente. Il responsabile della Protezione Civile ha così commentato l‘accaduto: “Il Piano è stato illustrato anche agli studenti della città Nei prossimi giorni organizzeremo convegni pubblici per informare tutta la cittadinanza“.

Forse è arrivato proprio il momento di rimboccarsi le maniche e pensare un po’ di più al futuro mossi da un atteggiamento costruttivo e responsabile. Bisogna puntare sull’informazione e sulla prevenzione così come nel resto dl mondo, al fine di aumentare la consapevolezza dei rischi e le migliori strategie di limitazione del danno.