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A Genova il ponte pronto in 2 anni, in Sicilia la frana di Letojanni è lì da 5

Sicilia – la frana di Letojanni è ancora lì dopo 5 anni. Quante volte si è parlato di disparità tra Nord e Sud? Tante, troppe, ma non ci stancheremo mai di sottolinearla. Il divario economico, delle infrastrutture del meridione è ridicolo paragonato a quello delle regioni settentrionali della nostra penisola.

Autostrade degne del nome, treni ad alta velocità, collegamenti aerei con prezzi normali, cose che al Sud Italia esistono in maniera davvero esigua. Lo scorso 4 agosto, a meno di 2 anni dal crollo del ponte Morandi a Genova, è stato inaugurato il nuovo viadotto, pronto per l’utilizzo. Genova è uno snodo fondamentale nell’economia italiana, uno dei principali porti del Mediterraneo.

I lavori non si sono fermati neanche durante l’emergenza coronavirus e con il lockdown del Paese,  andati avanti grazie anche a delle leggi speciali per un’opera indispensabile per la città, la viabilità e per l’economia del Paese. Ecco però che arriva il controsenso di un’Italia a due velocità. Il 5 ottobre 2015 crolla una frana a Letojanni, sull’autostrada Messina – Catania.

Ci sono voluti 4 anni solo per iniziare i lavori, partiti nello scorso novembre e, nelle previsioni, dovrebbero concludersi a maggio 2021, quasi 6 anni dopo l’incidente. Sono serviti 5 anni, invece, dal 10 aprile 2015, giorno della frana, al 1 agosto 2020, per la riapertura del viadotto Himera, sull’autostrada A 19 Palermo – Catania, tra gli svincoli di Scillato e Tremonzelli, in provincia di Palermo.

E il ponte di Messina? Saranno decenni che ogni candidato alla Presidenza del Consiglio promette questi lavori che non sono mai partiti per svariati motivi. Un ponte che permetterebbe di collegare la Sicilia al continente ed evitare di impiegare 2 ore solo per percorrere pochi km di mare con inutili treni che si imbarcano sui traghetti.