In un periodo caratterizzato da scarsità di dosi all’interno dei paesi facenti parte dell’Unione Europea, potrebbe trattarsi di un’arma in più per immunizzare i soggetti più deboli e procedere, dunque, alla previsione di misure meno restrittive. Tuttavia la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, ha spiegato che al momento AstraZeneca ha consegnato meno del 10% delle dosi che si era impegnata a distribuire per il primo trimestre.
Il Ministero della Salute, ad ogni modo, spiega:
“Sulle basi di tali considerazioni, anche in una prospettiva di sanità pubblica connotata da limitata disponibilità di dosi vaccinali e alla luce della necessità di conferire protezione a fasce di soggetti più esposti al rischio di sviluppare patologia grave o addirittura forme fatali di COVID-19, il gruppo di lavoro su SARS-CoV-2 del Consiglio Superiore di Sanità ha espresso parere favorevole a che il vaccino AstraZeneca possa essere somministrato anche ai soggetti di età superiore ai 65 anni”.
“Tale indicazione non è da intendersi applicabile ai soggetti identificati come estremamente vulnerabili in ragione di condizioni di immunodeficienza, primitiva o secondaria a trattamenti farmacologici o per patologia concomitante che aumenti considerevolmente il rischio di sviluppare forme fatali di COVID-19 (cfr. allegato 3 della nota protocollo 0005079-09/02/2021-DGPRE). In questi soggetti, si conferma l’indicazione a un uso preferenziale dei vaccini a RNA messaggero”.