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Covid, Ascierto: “Per fine anno potremmo tornare ad una sorta di normalità”

Il professor Paolo Ascierto, oncologo e ricercatore campano che si è distinto nella battaglia al covid, ai microfoni di Radio Kiss Kiss, ha fatto il punto sulla questione coronavirus e sull’arma a disposizione dei vaccini.

Paolo Ascierto: il punto su coronavirus e vaccini

Innanzitutto ha fatto leva sull’esempio del Regno Unito, ritrovatosi, dopo circa sei mesi, con un numero di decessi giornalieri pari allo zero: “Il virus continua a circolare però guardiamo all’esempio dell’UK. A gennaio aveva numeri eccessivi poi si è trovato con un numero di vittime ridottissimo. Vaccinare tutti è l’argine giusto per limitare questa pandemia”.

L’esperto ha chiarito nuovamente i dubbi riguardanti il caso AstraZeneca: “I vaccini sono tutti validi per creare anticorpi contro la proteina Spike. La differenza sta sul come si ottiene questa immunizzazione. Non esistono vaccini di serie A o B. Su AstraZeneca c’è stato un problema di comunicazione. La sperimentazione fu fatta dai 18 ai 65 anni ed è risultato sicuro. Non ci sono stati danni, per questo si fa una preferenza sulla fascia d’età. Il vaccino protegge al 100% dalla malattia grave. AstraZeneca è un ottimo vaccino, sono tutti buoni ed hanno pari dignità. Basti pensare che in UK la metà dei 27 milioni di vaccinati sono stati inoculati con AstraZeneca”.

“Lo scorso maggio avevamo un numero di infezioni molto contenuto, si deve tornare a quel rigore. A giugno poi c’è stata quella sensazione del liberi tutti. Se il virus continua a circolare c’è il pericolo di portare il sistema sanitario al collasso. Se il livello di vaccinazioni sarà al 70% e in assenza di particolari varianti credo che per fine anno potremmo tornare ad una sorta di normalità. Insomma vedremo la luce in fondo al tunnel”.

Sulle prossime riaperture e la possibilità di ritornare a ripopolare gli stadi entro giugno: “Con questi numeri non mi sento di schierarmi a favore di una riapertura. Il problema sono gli assembramenti prima e dopo il match. C’è la TV, che basta ed avanza. Sinceramente riaprirei prima altro. In questo momento non parlerei di turismo. Il problema sono gli assembramenti però se ci sono delle norme di sicurezza da rispettare bisogna farlo. Riapriamo i ristoranti perché stanno vivendo un momento molto difficile e se rispettano le norme si può fare”.

A chi sottovaluta i rischi del covid: “Gli direi di sentire le testimonianze di chi si è ammalato per capire la criticità del momento che stiamo vivendo. Chi ha contratto il covid deve avere solo una dose di vaccino ma non prima dei 3 mesi dalla negativizzazione e non oltre i 6”.

Nessun allarme nemmeno riguardo gli effetti indesiderati riscontrati: “La febbre è un meccanismo di difesa ed attiva le citochine del sistema immunitario. Questa risposta provoca anche stanchezza e debolezza. Ma è tutto normale”.

Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione. Amo scrivere della mia città e dell'eccellenza che la connota da sempre