Vaccini Covid, studi confermano: effetti collaterali in base a sesso ed età


Con la campagna vaccinale ormai pienamente avviata, si fanno strada sempre più studi sugli effetti collaterali dei vaccini anti-covid che sembrano legarsi a diversi fattori quali, ad esempio, sesso ed età dei pazienti.

Effetti collaterali dei vaccini anti-covid: diversi in base a sesso, età, quadro clinico

Come tutti i vaccini anche quelli contro il covid possono dare effetti indesiderati e che, in linea generale, vanno via entro un giorno. Quello più comune, finora rilevato, riguarda il dolore, o gonfiore, nel punto in cui è stata effettuata l’iniezione. Non mancano, inoltre, mal di testa, febbre, spossatezza e in alcuni casi fiato corto.

L’insorgenza dei sintomi, a seguito della dose, può variare in base al fatto che il soggetto in questione abbia contratto o meno l’infezione. Un’analisi, pubblicata sul ‘British Medical Journal’, aveva messo in evidenza che: “Le persone che avevano precedentemente avuto covid-19 hanno riportato effetti collaterali più frequentemente dopo la prima dose, in linea con il livello riportato per la seconda dose negli studi sui vaccini di fase 3″.

Una tendenza confermata anche dallo studio condotto dai ricercatori della ‘Ichan School of Medicine at Mount Sinai’ di New York. La spiegazione di tale fenomeno sta nel fatto che i soggetti guariti dal covid sviluppano già una prima forma di protezione che li porta ad ottenere una rapida risposta immunitaria già dopo la prima dose di vaccino. Di contro, gli effetti collaterali emergono con più frequenza al termine della seconda dose nei soggetti mai entrati a contatto col virus. Anche in questo caso vale il principio per il quale la prima dose funge da primo meccanismo di protezione.

La comparsa e l’intensità degli effetti collaterali varia anche in base all’età dei vaccinati. La stessa Aifa, nell’apposita sezione web, ha rilevato che: “Rispetto a quanto osservato nei partecipanti più giovani, reazioni avverse sono state generalmente meno frequenti e più lievi nei partecipanti con più di 65 anni”.

Dunque, sembrerebbe che le persone più giovani avrebbero maggiori probabilità di sperimentare effetti collaterali dopo la somministrazione. Ciò proprio in quanto in tali soggetti il sistema immunitario è maggiormente reattivo rispetto a quello degli anziani. Stessa sorte per le persone già affette da patologie pregresse che, a causa delle loro condizioni di salute, presentano un sistema immunitario più debole.

Non da meno le differenze di genere: sarebbero le donne a soffrire maggiormente la comparsa di sintomi a seguito della vaccinazione. Secondo l’analisi condotta dal ‘Centers for Disease Control and Prevention’, basata su un campione di 14 mila dosi di Pfizer e Moderna effettuate, circa il 79% dei casi di effetti collaterali era stato segnalato da donne. La ragione sarebbe insita nella differenza ormonale tra i due sessi.


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