I ricercatori, dopo aver messo a confronto i titoli anticorpali neutralizzanti innescati dal vaccino di Pfizer e quelli del vaccino di J&J, verificandone l’attività di neutralizzazione contro diverse varianti del SARS-CoV-2 (Beta, Delta, Delta Plus e Lambda), sono giunti a questa spiacevole conclusione.
Secondo lo studio pubblicato su bioRxiv.org, “La crescente prevalenza delle varianti SARS-CoV-2 ha sollevato preoccupazioni riguardo a possibili diminuzioni dell’efficacia del vaccino. Qui, sono stati confrontati i titoli anticorpali neutralizzanti suscitati da un vaccino basato su mRNA e un vaccino basato su vettori adenovirali contro virus pseudotipizzati varianti. Gli anticorpi provocati da BNT162b2 e mRNA-1273 hanno mostrato una modesta resistenza alla neutralizzazione contro le varianti Beta, Delta, Delta plus e Lambda mentre gli anticorpi suscitati da Ad26.COV2.S da una frazione significativa di individui vaccinati erano di basso titolo neutralizzante (IC50 <50). I dati sottolineano l’importanza della sorveglianza per le infezioni rivoluzionarie che provocano gravi COVID-19 e suggeriscono il beneficio di una seconda immunizzazione dopo Ad26.COV2.S per aumentare la protezione contro le varianti”.
Questo studio però tiene conto soltanto dell’attività neutralizzante degli anticorpi, che è solo una delle componenti del nostro sistema immunitario; infatti, in un altro studio è emerso che: “I dati attuali per gli otto mesi studiati finora mostrano che il vaccino a iniezione singola Johnson & Johnson COVID-19 genera una forte risposta anticorpale neutralizzante che non diminuisce; piuttosto, osserviamo un miglioramento nel tempo. Inoltre, osserviamo una risposta immunitaria cellulare persistente e particolarmente robusta e duratura”.
Inoltre, prosegue lo studio pubblicato su jnj.com “Nello studio ENSEMBLE, il vaccino monodose COVID-19 di Johnson & Johnson è stato efficace all’85% contro malattie gravi/critiche e ha dimostrato protezione contro il ricovero in ospedale e la morte”.
Ciò che però fa un po’ preoccupare è che in uno studio fatto in Canada, è stato stabilito che la singola dose di AstraZeneca protegge al 30% contro la variante Delta, ma con la doppia dose si arriva fino a quasi il 100% per quanto riguarda tassi di ospedalizzazione e morte. Dato che AstraZeneca e Johnson & Johnson sono vaccini dallo stesso principio attivo, si sta valutando se far fare anche una seconda dose per J&J, per garantire una maggiore copertura, anche se al momento le autorità sanitarie internazionali non ritengono necessario un richiamo per chi ha ricevuto il vaccino monodose di Johnson & Johnson.
Di recente inoltre in Israele, l’efficacia del vaccino Pfizer, in materia di protezione dai contagi, ha subito un drastico calo con il diffondersi della variante Delta. A dichiararlo su Twitter è Yaniv Erlich, professore associato alla Columbia University e scienziato israeliano.