Nonostante il pericolo di multe e provvedimenti di chiusura, tuttavia, sono molti i titolari di esercizi commerciali che pubblicizzano il fatto che non chiederanno a nessuno di esibire il green pass. “Non siamo dei controllori”, affermano. Sui social e nelle chat sono spuntati numerosi gruppi che mettono a disposizione liste di ristoranti, palestre, locali e qualsiasi genere di esercizio commerciale dove non sarà richiesto il green pass ai clienti.
Nei giorni scorsi a Napoli hanno fatto scalpore le dimissioni di Fabrizio Masucci, ex direttore del Museo di Cappella Sansevero, contrario all’obbligo di green pass nei luoghi della cultura. A parte le difficoltà nell’effettuare i controlli, Masucci sottolineava come nessun museo sia mai stato causa di un focolaio. Tale circostanza è stata ammessa dal Governo, il quale ha aggiunto che la decisione di includere i musei nei luoghi ad accesso sottoposto all’esibizione della carta verde costituisce esclusivamente una strategia per convincere i cittadini a vaccinarsi. “Obietto che i musei non debbano e non possano essere strumentalizzati – nel senso letterale di “usati come strumento” – per ottenere qualsivoglia scopo estraneo alle loro naturali finalità, specie quando tale strumentalizzazione contribuisca inevitabilmente a compromettere, invece che favorire, la coesione sociale, in aperto contrasto con una delle più intrinseche missioni di un museo” – questo il pensiero di Masucci, preoccupato anche per il venir meno di una importantissima funzione della cultura, quella di essere disponibile a tutti, nessuno escluso.