“Noi non chiediamo il Green Pass”: su social e chat la lista dei locali che non lo vogliono


Da oggi, 6 agosto, è obbligatorio esibire il Green Pass per accedere ai luoghi pubblici al chiuso. Si accende quindi ancora di più la polemica dei no green pass, tra cui molti sono no vax (ma non solo), secondo i quali si tratta di una imposizione discriminante. Ancora da sciogliere, inoltre, il nodo dei controlli poiché allo stato attuale gravano sugli esercenti, che rischiano sanzioni qualora all’interno dei propri locali ci fossero persone sprovviste della carta verde.

Su social e chat le liste dei locali che non chiedono il Green Pass

Nonostante il pericolo di multe e provvedimenti di chiusura, tuttavia, sono molti i titolari di esercizi commerciali che pubblicizzano il fatto che non chiederanno a nessuno di esibire il green pass. “Non siamo dei controllori”, affermano. Sui social e nelle chat sono spuntati numerosi gruppi che mettono a disposizione liste di ristoranti, palestre, locali e qualsiasi genere di esercizio commerciale dove non sarà richiesto il green pass ai clienti.

Il caso di Cappella Sansevero

Nei giorni scorsi a Napoli hanno fatto scalpore le dimissioni di Fabrizio Masucci, ex direttore del Museo di Cappella Sansevero, contrario all’obbligo di green pass nei luoghi della cultura. A parte le difficoltà nell’effettuare i controlli, Masucci sottolineava come nessun museo sia mai stato causa di un focolaio. Tale circostanza è stata ammessa dal Governo, il quale ha aggiunto che la decisione di includere i musei nei luoghi ad accesso sottoposto all’esibizione della carta verde costituisce esclusivamente una strategia per convincere i cittadini a vaccinarsi.  “Obietto che i  musei non debbano e non possano essere strumentalizzati – nel senso letterale di “usati come strumento” – per ottenere qualsivoglia scopo estraneo alle loro naturali finalità, specie quando tale strumentalizzazione contribuisca inevitabilmente a compromettere, invece che favorire, la coesione sociale, in aperto contrasto con una delle più intrinseche missioni di un museo” – questo il pensiero di Masucci, preoccupato anche per il venir meno di una importantissima funzione della cultura, quella di essere disponibile a tutti, nessuno escluso.

 


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