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Bassetti: “Io più in tv che in corsia? Se volete essere al mio posto studiate”

Dalle minacce di morte alle accuse per stare troppo tempo in televisione. Matteo Bassetti ha deciso di togliersi qualche sassolino dalla scarpa e ha postato un lungo messaggio sul suo profilo Facebook nel quale spiega il suo curriculum e l’importanza di parlare di covid solo se esperti. Il Professore Ordinario UNIGE, Direttore della Clinica Malattie Infettive Ospedale Policlinico San Martino GE-IT e Presidente SITA, sottolinea come passi le sue giornate in reparto, tra i malati. Poi c’è anche la tv.

BASSETTI SI SFOGA: “IO PIU’ IN TV CHE IN CORSIA?”

Queste le sue parole:

Alcuni, evidentemente in assenza di altri argomenti, dicono che io starei più in televisione che in corsia. Ebbene, anche oggi, come ogni giorno sono qui con il mio team a lavorare in quella “corsia”, che è la mia vita e che rende possibile e interessante quello che poi racconto sui mezzi di comunicazione. Passo qui più ore dell’orologio (basterebbe guardare il mio cartellino che timbro diligentemente ogni mattina e ogni sera!!). Gli invidiosi e i detrattori senza idee (di cui purtroppo l’Italia ribolle) se ne facciano una ragione: riesco a fare entrambe le cose, che peraltro rientrano entrambe nei miei compiti istituzionali di Professore universitario”.

Poi dà consigli a chi vuole prendere il suo posto:

Se a qualcuno piace quello che faccio e vuole prendere il mio posto e’ molto semplice. Ecco la ricetta per fare il Prof. Bassetti: studino medicina per 6 anni (se sono bravi altrimenti 7, si specializzino in malattie infettive per 4 anni, facciano un dottorato di ricerca per 4 anni, vadano a fare una post-doc a Yale per quasi due anni, diventino dirigente medico per 10 anni, poi facciano il primario per 10 anni e infine partecipino e vincano un concorso pubblico da Professore Ordinario. E nel frattempo (mentre si fa il medico tutti i giorni in corsia) pubblichino 700 articoli su riviste indicizzate con oltre 22000 citazioni e un indice H di 75 (a 50 anni). Semplice no? Per poter trattare argomenti scientifici e dare ai pazienti le cure migliori bisogna aver studiato e poi continuare a studiare e poi studiare ancora senza fermarsi mai.

Non manca una frecciatina a politici e giornalisti:

Oggi alcuni politici e vari giornalisti parlano di varianti e di vaccini, come si può parlare di calcio o di ciclismo al bar o in trattoria. La scienza e la medicina sono cose serie. Le malattie infettive non si imparano al bar, sui giornali o sui social. C’è bisogno di studiarle nelle sedi opportune: nelle università e negli ospedali. Non fermandosi mai di leggere, ascoltare e apprendere“.