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Graziella Pagano (Italia Viva): “Napoli ha bisogno di una forza centrale, riformista e liberale”

Nelle ultime ore Matteo Renzi è al centro del dibattito politico. Dopo l’inchiesta della Procura di Firenze sui finanziamenti ricevuti dalla fondazione riconducibile all’ex presidente del Consiglio, l’ex premier sembrerebbe voler richiedere l’immunità. A sua difesa però si schiera Graziella Pagano, coordinatrice provinciale di Italia Viva a Napoli, che è intervenuta questa mattina a Barba&Capelli, trasmissione di Corrado Gabriele in onda su Radio CRC.

Queste le sue parole:

Tira un’aria diversa da quella che si vuole raccontare. L’aria di quella che sono indignati da una parte intorno a Renzi. Ritengo che sia vergognoso in una democrazia matura. Non siamo i primi e non saremo gli ultimi. Indipendentemente da come poi la storia consegna il giudizio su Craxi. Ricordo quelle ore tremende quando Craxi parcheggiava in piazza Navona e un gruppo di persone lo dileggiava. Una cosa è il giudizio politico una cosa è il dileggio. Galimberti lo spiega bene. Lui ha avuto l’abilità di svelare che il re è nudo. Questo è un punto nella sinistra. E’ evidente che questa è una cosa che fa male, li mette davanti ad uno specchio e così si attira le antipatie e l’odio. Ci sono, poi, i rancori personali. Uno come Giannini prova, davvero, rancore personale.”

Poi una riflessione sui risultati della campagna elettorale su Napoli e sull’esperimento per un’unione riformista:

Mi sono assunta la responsabilità molto forte quando ad un certo punto ho deciso di fare la lista insieme al pezzo che usciva da Forza Italia. Non ho creduto nel centrismo, ma in una forza centrale, riformista e liberale che in qualche modo riuscisse a mediare tra sovranismo e populismo. La lista ha avuto un successo. Dopo le liste dei grandi partiti noi siamo i primi. Anche in Europa noi abbiamo aderito al movimento che sta nascendo con Macron. È un tentativo vediamo cosa andrà maturando. Il tema reale è che lo schema fisso è saltato. Si mescoleranno le carte. Le vecchie ditte reagiscono sempre alla stessa maniera. Il PD non è più quello del 2008, magari lo fosse”.