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Saviano ai finalisti di Amici parla di Falcone: “Fu isolato. Voi potete scegliere di essere coraggiosi”

Mancano pochi giorni alla finale di Amici (prevista domenica invece di sabato per evitare lo scontro diretto con l’Eurovision). A sorpresa ospite del day time di oggi è stato Roberto Saviano che ha parlato ai sei finalisti del suo nuovo libro. Un romanzo dal titolo ‘Solo è il coraggio‘ dedicato a Giovanni Falcone.

SAVIANO RACCONTA IL ROMANZO DI FALCONE AI FINALISTI DI AMICI

Lo scrittore ha infatti fatto un lungo discorso sulla mafia e come chi se ne occupa venga infangato e isolato. Un chiaro messaggio rivolto ai ragazzi e alle giovani generazioni per far conoscere la storia d’Italia e spingerli a riflettere su cosa scegliere:

Falcone veniva accusato di voler far carriera. Fu bocciato al Csm, come commissario straordinario antimafia, un uomo così geniale in grado di trasformare la realtà è stato così incredibilmente sabotato. Perché lo faceva? Un giornalista glielo chiede e lui risponde solo lo spirito di servizio, che non ha mai pensato di lasciare. Una risposta semplice ma efficace, non pensate che ci sia dell’altro. Io penso sempre che vorrei mollare di continuo, chi invece aveva una certa tempra risponde in modo chiaro e netto. Come fai a fermarti quando sai che il tuo maestro è stato ammazzato? Devi andare avanti. Perché questo romanzo ‘Solo è il coraggio’, perché il coraggio porta alla solitudine perché spesso sei solo tu a pagare una scelta coraggiosa che non viene quasi mai accolta. Non stiamo parlando di persone che volevano immolarsi, amavano vivere, il mare, mangiare, si divertivano. Si rendevano conto che il nostro Sud vive un dominio tirannico delle organizzazioni criminali, se esiste questo potere non esisti tu. Tutti sappiamo come si vince un concorso, ma poi sappiamo le regole come si vince (devi conoscere, devi essere segnalato). Loro contro questo si sono opposti, iniziare a liberarci da tutto questo, sapendo che facendolo sarebbero stati ammazzati.

Anche le scelte familiari devono essere chiare, ogni rinuncia è fatta affinché si compia quel senso di vita e dignità senza il quale non riusciresti a respirare. In ogni capitolo del mio romanzo vi è una bibliografia, lo derivo da fatti reali. Ci sono dei momenti in cui Falcone rinuncia alla scorta e gira libero per Roma, provando a vivere. Le ultime ore sono incredibili, il romanzo inizia con un’esplosione a Corleone. È inaspettata perché ci sono contadini che arrotondano prendendo ordigni bellici non esplosi, i contadini svuotavano i contenitori dal tritolo e un uomo prende un proiettile mentre lo lavora esplode la casa e solo un bambino si salva: era Totò Riina. Poi parlo di un’altra esplosione quella voluta dal boss per far saltare l’autostrada. Quando c’è l’esplosione, i sismografi segnalano un terremoto. Falcone stava guidando lui, accanto sua moglie, le persone intorno credono che sia caduto un aero. Così finisce la loro vita, la mafia doveva ucciderlo, la maggior parte di vittime viene infangata, neanche il cadavere rispettano“.

L’APPELLO AI RAGAZZI

Persone della vostra età, del vostro talento devono essere attenti a non essere manipolati, come quando si va in discoteca o a una festa. Quando vedi una persona a terra o la soccorri e ti rovini la festa o ti dici vabbè sto tossico, e lo lasci per terra. Le mafie erano convinte di poter far questo sempre, ti isolano, ti infangano e poi ti ammazzano. Sappiate sempre che è possibile scegliere di essere coraggiosi. Vi ho chiesto di dove siete e quando siete emigrati, perché il non trovare lavoro influisce ed è legato alla mafia. Avere difficoltà a realizzare una vita dignitosa, come al Sud così al Nord. Quando si parla di mafia si parla della vostra vita, delle scelte della vostra famiglia“.