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Campi Flegrei, scoperti dei minerali che non ci sono in altre parti del mondo: piccoli e colorati

In questi giorni si continua a parlare dei Campi Flegrei per le numerose scosse e per il bradisismo ma l’area è anche ricca di minerali che non si trovano in nessuna parte del mondo. Si tratta di minerali fumarolici che appaiono piccoli e molto colorati, dei veri gioielli.

NEI CAMPI FLEGREI SCOPERTI MINERALI UNICI AL MONDO

Come spiegato dall’Istituto Nazionale di Vulcanologia in un articolo a firma di Sara Stopponi, questi minerali altro non sono che delle formazioni tipiche dei sistemi vulcanici attivi la cui formazione è regolata dalle alte temperature delle fumarole e dall’interazione dei gas fumarolici con le rocce circostanti. Essi comunque colpiscono l’occhio e sono pezzi unici dato che è possibile trovarli solo nella caldera dei Campi Flegrei. A spiegare cosa sono ci pensa Massimo Russo, ricercatore dell’INGV:

Nei Campi Flegrei è possibile trovare tanti minerali ma soprattutto zolfo e solfati idrati che sono caratteristici delle temperature alle emergenze delle fumarole, di 100°C o meno. I minerali dell’area Solfatara-Pisciarelli-Antiniana sono, al momento, 45 specie certe. Di queste, 5 località tipo, cioè trovati per la prima volta al mondo proprio ai Campi Flegrei (si tratta di dimorphite, ferroefremovite, russoite – che ha preso il mio nome -, voltaite e paradimorphite). Essi sono per la maggior parte più o meno solubili in acqua e spesso basta una forte pioggia per discioglierli (ma poi è sufficiente attendere la stagione asciutta per assistere nuovamente alla loro formazione). Come dicevo, si tratta soprattutto di zolfo e solfati idrati, ma nella fumarola di più alta temperatura (quella della Bocca Grande) si formano, soprattutto, solfuri di arsenico e cloruro di ammonio“.

INFO DAI MINERALI

Questi minerali però sono solo ‘estetici’ non servono a comprendere cosa accadrà nella caldera a differenza di altri:

I minerali fumarolici di bassa temperatura in realtà non ci dicono molto sullo stato del vulcano. Tuttavia, la situazione cambia nel caso dell’Isola di Vulcano o del Vesuvio (quando era a condotto aperto). In questi casi, infatti, poiché i minerali hanno delle temperature di stabilità entro le quali si formano, all’aumentare della temperatura è possibile vedere dei minerali diversi, i vecchi sono soppiantati dai nuovi. Questi, assieme al chimismo dei minerali (ovvero allo studio delle loro caratteristiche chimiche), possono dare informazioni molto utili per capire l’evoluzione del sistema vulcanico in oggetto“.