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I marittimi d’Italia scrivono alla Meloni: ecco sei punti per ridare dignità ai lavoratori del mare

Le richieste dei marittimi in una lettera al governo e alla presidente Meloni: sei richieste per restituire dignità al settore.

I marittimi scrivono una lettera alla Meloni

Il 24 febbraio scorso, una rappresentanza di professionisti del mare, sostenuta dall’associazione culturale Identità Mediterranea, ha inviato una lettera aperta al Governo e al Ministero dei Trasporti per portare all’attenzione le criticità del settore marittimo italiano.

A firmare la missiva sono stati Salvatore Mare, Carlo Francesconi, Luciano Tomei, Gaetano Cataldo, Marco Pardini, Antonino Persico e Michi Palma, in rappresentanza degli 11 mila membri del gruppo social “Marittimi d’Italia”.

Il documento denuncia una crisi annunciata da decenni, aggravata dallo smantellamento della Marineria Italiana, dalla precarizzazione e dall’aumento della disoccupazione.

I firmatari puntano il dito contro la gestione delle politiche marittime, accusando la governance italiana di aver favorito gli interessi delle Società di Armamento e dei Centri di Formazione, penalizzando invece la Gente di Mare. Un esempio lampante di questa tendenza è la riforma Gelmini, che ha indebolito l’Istituto Nautico.

Gente di mare, anni di richieste inascoltate

L’azione dei marittimi non è nuova: già il 5 febbraio 2019, grazie alla mediazione di Salvatore Mare e all’impegno di Ludovico D’Elia e Vincenzo Montella, fu presentato a Montecitorio un documento dettagliato sulle problematiche del settore. In quell’occasione, il testo fu discusso in Commissione Parlamentare, presieduta dall’on. Luigi Gallo, alla presenza di membri delle Commissioni Trasporti, Lavoro, Cultura e della senatrice Virginia La Mura.

Uno dei temi centrali della protesta riguarda il ritiro dei certificati di competenza per chi non accumula un determinato periodo di navigazione, obbligando i marittimi a ripetere esami già superati. Inoltre, si sottolineano le difficoltà legate all’abolizione dell’Istituto Nautico e alle criticità delle matricole del Diporto e della Pesca.

I marittimi chiedono ora un intervento risolutivo da parte del Governo per garantire normative più eque e dignitose. La categoria marittima è strategica per l’economia italiana, fondata sul settore terziario e sul commercio internazionale. Servono soluzioni concrete e condivise per tutelare i lavoratori del mare e il futuro della navigazione italiana.

Le sei richieste dei marittimi al governo

Il contenuto della missiva indirizzata al presidente Meloni si concretizza nei seguenti sei punti:

Abolizione dei titoli professionali: i certificati di competenza scadono ogni cinque anni, costringendo i marittimi a non poter cambiare lavoro senza perdere la qualifica. Perché non ripristinare i titoli professionali permanenti?

Formazione e certificazioni: la scadenza dei certificati impone corsi ripetitivi e costosi, aggravando i lavoratori. Perché si obbligano i marittimi a rifare esami già superati?

Digitalizzazione inefficiente: le pratiche sono ancora gestite manualmente e variano tra uffici. Quando verrà finalmente implementato un sistema digitale unificato?

Pensione anticipata: i marittimi lavorano in condizioni usuranti ma devono attendere oltre i 65 anni per la pensione. Perché non riconoscere il loro lavoro tra quelli usuranti?

Rappresentanza indipendente: il settore è gestito senza coinvolgere direttamente i lavoratori. Quando verrà istituito un organismo con rappresentanti marittimi indipendenti?

Diritto di voto: i marittimi imbarcati non possono votare, mentre agli stranieri residenti è concesso. Quando avranno anche loro questo diritto fondamentale?

Sono nato mentre il Napoli vinceva il suo primo scudetto. Un "odi et amo" con questa terra, lungo una vita intera. Foto, videomaker, scrittura: do ossigeno a tutti i mezzi che mi consentono di raccontare la realtà, la mia realtà. Per i social sono #ilmennyquoditiano