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Torre del Greco, l’apertura della Festa in piazza Santa Croce: “Torna al centro l’aspetto religioso”

Venerdì 27 giugno, alle 20.00, sul sagrato della Basilica Pontificia di Santa Croce, si inaugurerà l’inizio della Festa dei Quattro Altari con un momento religioso: la preghiera e la benedizione dell’altare.

A guidare i fedeli nel cuore spirituale della festa è Don Giosuè Lombardo, parroco della Basilica, che richiama l’attenzione sul ritorno a un tema profondamente eucaristico.

Il Sagrato si veste di luce e tradizione per la Festa dei Quattro Altari

Torre del Greco si prepara a vivere uno dei momenti più sentiti e attesi dell’anno: l’apertura ufficiale della Festa dei Quattro Altari. Si terrà venerdì 27 giugno alle ore 20.00 sul sagrato della Basilica Pontificia di Santa Croce.

L’evento, che segna l’inizio delle celebrazioni, sarà introdotto da un momento di preghiera comunitaria, seguito dalla solenne benedizione dell’altare, simbolo di fede e tradizione.

A guidare la cerimonia sarà Don Giosuè Lombardo, che ha commentato con emozione l’imminente inizio della festa: “Tutto ruota attorno al tema dell’Eucaristia. Accolgo con gioia il ritorno della celebrazione nell’Ottava del Corpus Domini, come avveniva un tempo, nel segno della tradizione e fede autentica“, così il Don introduce la sua riflessione. “Quest’anno altari e tappeti esprimono pienamente il tema eucaristico, offrendo un profondo messaggio spirituale“.

Le origini religiose della Festa

La Festa celebra l’Eucaristia e affonda le radici nel Corpus Domini, solennità voluta da Papa Urbano IV nel 1264. A Torre del Greco, il rito dell’“Ottava” era già vivo nel XVI secolo, con due occasioni di processione: il giorno stesso del Corpus Domini e otto giorni dopo, appunto la “Festa dei Quattro Altari“.

Durante queste giornate di festa verranno allestiti quattro altari monumentali in punti diversi della città, luoghi sacri e artistici che uniscono religiosità e artigianato locale.

L’evento è stato concepito come un intreccio di spiritualità, identità, turismo e rigenerazione urbana.
In un anno segnato dal Giubileo, l’edizione 2025 ha assunto uno slancio simbolico, con la città rappresentata come “grembo di speranza” e incarnando un rinnovamento spirituale.

Un’apertura tra musica, preghiera e immagini: la città si raccoglie sul sagrato

Il sagrato della Basilica è da sempre considerato luogo sacro e punto di riferimento per la città che unirà arte, fede e identità popolare. “Significativa l’apertura religiosa sul sagrato della Basilica, impreziosita dall’intonazione dell’Inno al Giubileo e Inno a San Vincenzo Romano, che fondono spiritualità, identità e memoria collettiva in un grande abbraccio di comunità”, così Don Giosuè introduce il momento solenne con una riflessione incentrata sull’Eucaristia, cuore vivo della fede e fonte di ogni altare.

Ad accompagnare l’inizio ufficiale della celebrazione, la Banda cittadina “I Corallini”, che con le sue note abbraccerà i fedeli. Centrale sarà la preghiera comunitaria e la benedizione dell’altare da parte di don Giosuè. Il fulcro della festa rimane la dimensione sacra.

A impreziosire la serata, anche l’esibizione del Gran Coro dei Quattro Altari, diretto dal maestro M Giuseppe Polese, che unirà voci e armonie in un’atmosfera solenne.

Gran finale con la proiezione del video mapping “Spera sempre spera, uno spettacolo di luci e immagini che farà vibrare la facciata della Basilica, mescolando arte, storia e speranza.

Spiritualità in cammino: richiamo alla dimensione sacra della tradizione

La città si prepara a vivere uno dei momenti più sentiti e suggestivi dell’anno e Don Giosue ci invita a riscoprire il senso più profondo della festa: “Il mio auspicio è che la festa continui a custodire il suo legame profondo con la dimensione religiosa, ma anche culturale, valorizzando la sua anima più autentica. Spero che si possa sempre trovare il giusto equilibrio tra spiritualità, arte e i momenti di gioia condivisa, evitando di perdere la sua essenza di fede“.

Il Don termina così la sua riflessione: “Desidero che ci sia sempre più spazio per la contemplazione e pensiero, affinché gli altari, frutto della maestria e dell’arte torrese, possano essere riconosciuti come autentiche espressioni di spiritualità“.