Il chiaro indizio, tuttavia, che si possa trattare del cosiddetto “clan dei figli dei carcerati” è l’auto incendiata della moglie di un boss del clan Gallo Cavalieri, “avversario” dei Gionta, detti “valentini”, trovata in fiamme in via Oplonti, poco distante dal luogo della sparatoria. Si tratterebbe della ribellione di questi giovanissimi che, essendo lasciati a sé stessi, hanno deciso di dichiarare guerra a chi li ha abbandonati: la crisi ha colpito anche la camorra, e i soldi per gli stipendi alle famiglie dei detenuti non ci sono.
Anche qui la causa scatenante della violenza dei giovanissimi è il vuoto di potere, dopo gli arresti sia dei vertici che dei soldati di entrambi i clan di Torre Annunziata. Sono costoro adesso a gestire lo spaccio di droga, magari si tratta di una dimostrazione di forza, una dimostrazione di coraggio, forse anche di voglia di spazzare tutto ciò che c’era prima e prendersi la città. Nel frattempo tutta la città è ancora sotto scacco, come da decenni a questa parte: la luce alla fine del tunnel è lontana.