Cronaca

Bimbo ucciso, chiesto processo immediato per il domestico. Ammise: “L’ho lasciato cadere”

Napoli – Mariano Cannio, il domestico accusato dell’omicidio di Samuele, il piccolo di soli 4 anni morto lo scorso settembre dopo esser precipitato dal balcone di casa sua, può sostenere il giudizio in quanto è stato ritenuto capace di intendere e di volere al momento dell’accaduto. A renderlo noto è l’Ansa.

Napoli, il domestico accusato della morte di Samuele può sostenere il giudizio

L’uomo era solito frequentare quell’abitazione in quanto effettuava le faccende domestiche. Quel giorno si trovava in casa con il bimbo e sua madre, all’ottavo mese di gravidanza. A seguito della tragedia, Cannio aveva ammesso di aver lasciato cadere il piccolo, raccontando di esser stato colto da un capogiro.

Morte Samuele, il domestico: “L’ho lasciato cadere, poi sono andato a mangiare una pizza”

Lui stesso, poi, avrebbe riferito di essere in cura per una patologia psichiatrica, stato che tuttavia avrebbe nascosto alla famiglia di Samuele. Il suo legale, per questo motivo, aveva intenzione di far leva sull’incapacità di intendere e di volere del suo assistito.

Ad oggi, a seguito dell’esito dell’incidente probatorio disposto per accertare il suo stato di salute mentale, è giunta la decisione della Procura di Napoli: Cannio è stato ritenuto capace di intendere e di volere al momento dei fatti, dunque potrà sostenere il giudizio. I sostituti procuratori Vincenzo Marra e Barbara Aprea hanno chiesto per lui un processo con il rito immediato.

Stando a quanto reso noto dal legale dei genitori di Samuele, l’uomo non aveva mai dato segni di squilibrio mostrando, al contrario, un grande senso di affidabilità e sicurezza. “La famiglia non cerca vendetta, né soluzioni catastrofiche nei confronti di Mariano Cannio. Loro attendono verità per capire perché è successo” – aveva sottolineato.

 

Giornalista pubblicista, laureata in Comunicazione. Amo scrivere della mia città e dell'eccellenza che la connota da sempre