Denuncia

Franceschini difende il Museo Lombroso: “Non chiuderà. Rispetta standard etici e scientifici”

Il razzismo anti-meridionale è un “sentimento” che aleggia sul nostro Paese da fin troppo tempo e ancora oggi è difficile da sconfiggere. Il precursore di questo odio è senza dubbio Cesare Lombroso, l’antropologo che studiando la criminalità ha basato le sue teorie sul concetto del criminale per nascita, secondo cui l’origine del comportamento criminale sarebbe insita nelle caratteristiche anatomiche del personaggio e che i meridionali erano geneticamente nati per delinquere.

Chi era Cesare Lombroso

Il Museo di Antropologia Criminale, situato presso L’Università degli Studi di Torino, è stato più volte messo sotto attacco. Molte le richieste di chiusura, causa razzismo, negli ultimi anni ma lo stesso Ministro della Cultura, Franceschini, si è opposto definendolo un museo che “rispetta standard etici e scientifici“.

Proprio oggi al Senato è arrivata la mozione – depositata dal senatore Saverio De Bonis – sul Museo e sulla sua chiusura, sottoscritta anche dalla senatrice Sandra Lonardo che dice:

È inaccettabile che tale pseudo-museo, che espone reperti anatomici, raccolti personalmente da quello che è ritenuto, ad oggi, il precursore di quel razzismo anti-meridionale, che, purtroppo, ancora aleggia nel nostro Paese, debba restare aperto, ed il museo di etnografia di Torino sia costretto a chiudere, in quanto la sede non risulti a norma di sicurezza.

Mi auguro che faremo tutti squadra affinché questa battaglia di civiltà sia condivisa, perché Lombroso non fu un Tolomeo ma commise errori in malafede, piegando la scienza alle sue ambizioni personali ed arrivando a teorizzare l’atavismo criminale dei meridionali e le due razze (ariana al Nord e africana al Sud).

Ma nel Museo, di questo processo manipolatorio non vi è traccia. E ciò è tanto più grave in una struttura universitaria che si propone come centro di divulgazione del sapere anche tra le generazioni più giovani. Ecco perché, ne chiediamo l’immediata chiusura“.