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Torre del Greco, il mare pulito non basta: la Litoranea è un gioiello senza piano turistico

Il mare che bagna la Litoranea di Torre del Greco quest’anno sarà non solo balneabile ma anche più pulito: stando alle prime analisi della stagione, condotte dall’Arpac, alcune coste torresi sono passate da una valutazione “sufficiente” a quella “buona”. Non è soltanto la chimica a dirlo: in questi primi giorni di aprile si vedono ad occhio nudo i fondali con le alghe verdi attecchite sulle scogliere, anche a diversi metri di distanza. E l’assenza, in superficie, di schiume, plastiche ed altra immondizia che il panorama ci offre abitualmente, soprattutto nei giorni di vento forte come questi con i quali ci ha accolto la primavera.

Il mare della Litoranea di Torre del Greco torna balneabile, una risorsa da sfruttare per l’intera città

È una situazione che potrebbe variare, certo. Peggiorare, come sono abituati storicamente gli avventori di questi arenili neri dalle tante proprietà benefiche, note fin dai tempi degli antichi romani. Ma chi ci tiene davvero a questo mare, a questa risorsa, non può fare a meno di sperare in positivo. Di essere ottimista, per sua stessa indole. La Litoranea di Torre del Greco è un tesoro dal valore inestimabile. È il waterfront più lungo del golfo, se si esclude Mergellina la quale però ha pochissime spiagge. Attenzione: non parliamo di un golfo qualsiasi, ma di uno dei golfi più fotografati ed invidiati del mondo. Il golfo di Napoli. E la Litoranea di Torre del Greco si trova esattamente al centro.

La Litoranea di Torre del Greco al centro del Golfo di Napoli. Quali impegni prenderà la prossima amministrazione ?

Per scoprirne il valore non servono medici, avvocati o militari che aspirano agli scranni di Palazzo Baronale: basta un tema di terza elementare. Lo capisce anche un bambino che questo potrebbe essere un posto da sogno. Un bambino, come i tanti che già da queste mattinate di primavera corrono in riva al mare dietro ad un pallone o si godono i primi spensierati bagni. Le potenzialità turistiche di questo lembo di terra sono talmente palesi che inserirle in un programma elettorale diventa scontato: eppure, alla vigilia di una campagna elettorale che si preannuncia infuocata, il rischio serio è quello di leggere altri “libri dei sogni” che ci raccontano l’evidenza senza però mostrarci come, nel pratico, la Litoranea potrebbe cambiare la storia di Torre del Greco.

Litoranea: periferia residenziale e quartiere turistico al tempo stesso. Come conciliare le due anime della zona mare

Il litorale torrese è un piccolo mostro a due teste. Da una parte l’azzurro del mare, le velleità turistiche, gli stabilimenti balneari e i ristoranti, le memorie dei “napoletani che venivano in villeggiatura“. Dall’altra, la speculazione edilizia, gli ecomostri e la quotidianità di un quartiere residenziale che raccoglie quasi diecimila cittadini, in gran parte pendolari, con le loro ordinarie e sacrosante esigenze: i trasporti, gli uffici, la scuola, la sicurezza, la sanità. In mezzo, c’è il destino di un quartiere che deve decidere “cosa diventare da grande“. Oppure, meglio ancora, che attende un’amministrazione virtuosa che possa conciliare al meglio le esigenze di turisti, residenti ed imprenditori della zona.

Speculazione ed ecomostri in Litoranea: un ex ristorante ormai fatiscente, abbandonato da anni

La ritrovata balneabilità non può bastare ad una Litoranea che ha tanto da dare, ma ancora così poco da offrire. E’ una condizione necessaria, ma non sufficiente. Ciò che ancora manca non può prescindere da una fortissima comunione d’intenti tra i residenti, che devono prendere consapevolezza di essere in una zona turistica, in uno dei biglietti da visita più prestigiosi della città del corallo, che non può e non deve ridursi a quartiere-dormitorio. Poi ci sono gli imprenditori, che da questo potenziale paradiso possono ricevere tanto solo se prima daranno altrettanto. Infine, l’ente pubblico, che deve stabilire regole che facciano conciliare le esigenze di ognuno. Che faccia di tutto per farle rispettare, in primo luogo con un profondo lavoro di educazione e di presenza dell’amministrazione in un pezzo di mondo che spesso è stato terra di nessuno, con risultati tristemente visibili a tutti. Educare, prima ancora che reprimere.

Litoranea di Torre del Greco, tra risorsa e degrado

Turismo in Litoranea: la situazione attuale tra promesse e carenze

Ma passeggiare in Litoranea, oggi, significa fare i conti con la realtà. Con l’assenza di servizi basilari come una postazione di primo soccorso, di un punto di vigilanza, di un fazzoletto di verde pubblico. Con l’assenza di banalità assolute come un bancomat o un ufficio postale. Con una bellezza che non si riesce a godere, che non consente di sollevare lo sguardo al mare, troppo concentrati ad evitare le deiezioni canine sui marciapiedi. Con ecomostri pericolanti e squallidi. Con cumuli di rifiuti già alti e maleodoranti a mezzogiorno, con le ringhiere diventate pezzi di ruggine per l’assoluta mancanza di manutenzione. Con l’assenza di un servizio di trasporto pubblico che renda fruibile il quartiere senza dipendere dalla caritatevole offerta borderline dei taxi collettivi. Con una spiaggia che, in inverno, diventa sversatoio di rifiuti di ogni genere, dalle plastiche ai materiali di risulta edili. Con qualche candidato che ha già fatto la sua passerella, con qualcuno che la farà a breve, dispensando le solite promesse che non servono a nessuno.

Il turismo in Litoranea non è questione di chimica, ma di progettualità, di visione del futuro, di senso della comunità. Ma è anche, in ultima istanza, questione di civiltà. Da parte di tutti gli attori che sfilano su quel palcoscenico al centro del golfo di Napoli. Ognuno nel proprio ruolo. A maggio ci sarà un nuovo giro di boa, l’inizio della stagione estiva che coinciderà con i primi passi di una nuova consiliatura. Ed un concetto deve essere chiaro a chiunque possa, da quel giorno, fregiarsi della fascia tricolore: la Litoranea di Torre del Greco ha già perso interi decenni. Ora non può perdere altro tempo.

Sono nato mentre il Napoli vinceva il suo primo scudetto. Un "odi et amo" con questa terra, lungo una vita intera. Foto, videomaker, scrittura: do ossigeno a tutti i mezzi che mi consentono di raccontare la realtà, la mia realtà. Per i social sono #ilmennyquoditiano