Per esempio, l’affissione dei manifesti politici, i quali costano al candidato un euro cadauno. Ancora, il servizio – navetta per portare gli anziani a votare per poi ricondurli a casa e la presenza di sentinelle costanti fuori al seggio: quest’ultima attività costerebbe 50 euro al giorno.
“Tutto accade da anni e nessuno denuncia, spesso si litiga per un voto nel seggio ma non si vogliono vedere le migliaia di voti che gestisce la camorra. Tranne qualche coraggioso giornalista che narra il fenomeno, poi tutto tace.”
Tuttavia, il paladino della legalità, evitando la trappola della generalizzazione, sottolinea come non è sempre così: “Qualcuno potrà dire che così dicendo non c’è nessun politico per bene e che così scrivendo si scredita la politica napoletana. No, ci sono uomini e donne che credono nel cambiamento, gente onesta che ci mette la faccia e l’impegno, che lotta con ogni forza contro questi mostri, ma provate a chiedere a questi uomini o donne quanto possono spendere per una campagna elettorale».
Ciliberto fa notare come sia facile, tra l’altro, accorgersi di certe manovre: basta stazionare per alcuni minuti vicino a un comitato elettorale ed osservare la gente che entra ed esce con manifesti da attaccare. E si tratta, secondo Ciliberto, di facce già conosciute alla cronaca nera o alle forze dell’ordine.
Il cittadino napoletano, inoltre, era intenzionato a candidarsi con Fratelli d’Italia per queste amministrative, ma essendo sotto protezione doveva aspettare la risposta del Ministero dell’Interno, non arrivata in tempo. Quest’appartenenza politica spiegherebbe anche la lettera aperta che Ciliberto ha scritto alla candidata del Pd Valente e a Metteo Renzi, circa le loro mancate risposte ai suoi tentativi di prendere contatti.