Politica

“Se chiudono le regioni del Sud deve chiudere tutta l’Italia”: la denuncia dei meridionalisti

Dopo la regione Campania anche il Lazio e la Basilicata si adeguano all’utilizzo delle mascherine all’aperto, e con l’aumento dei contagi in tutta Italia il governo sta valutando in queste ore se estendere la decisione per tutta la penisola.

Negli ultimi giorni la preoccupazione tende a salire sia per il mondo politico che per quello sanitario, e pare che il picco di quella che ormai è stata considerata la seconda ondata si raggiungerà tra ottobre e novembre, secondo certi studi italiani pubblicati dalla rivista “Scientific Report” e riportati da SkyTg 24 il 23 settembre.

Particolare attenzione infatti proprio per Campania e Lazio che sono a rischio Lockdown”. Queste qualche giorno fa sono state le parole del professor Walter Riccardi attuale consigliere del ministro della salute che, supportato dalle “minacce” di chiudere tutto da parte del governatore De Luca, hanno destato non poca preoccupazione nei cittadini, scatenando le proteste di molte associazioni meridionaliste e di bloggers come Maurizio Zaccone che reclamava anch’egli qualche giorno fa: “Se chiude la Campania deve chiudere tutta l’Italia”.

Resta ancora caldo il tema delle chiusure e delle riaperture di marzo e di maggio, considerando i pareri del comitato tecnico scientifico contrario alla decisione iniziale del Premier Conte di un lockdown generale, ancora bisogna capire come mai si sia preferito attendere le regioni del Nord (con ancora migliaia di contagi a maggio, specialmente in Lombardia) per riaprire tutta l’Italia, seppure in tutte le regioni del Sud i contagi fossero praticamente zero da settimane. Adesso che si torna a parlare di eventuali chiusure regionali non si prende in considerazione il fatto che, “in nome dell’unità nazionale” come spesso è stato dichiarato da politici e giornalisti svariati mesi fa per giustificare il blocco totale, dovrebbe essere chiusa tutta l’Italia.

Insomma “Un virus due Italie” come dichiarato anche dal movimento per il nuovo Sud (il movimento politico dei neoborbonici): “Quando al Nord c’erano già migliaia di casi e al Sud poche decine avete chiuso tutto, ora che al Sud qualche regione inizia a contare centinaia di casi chiuderete solo quelle regioni?”.

La storia d’Italia è piena di ingiustizie contro il Sud (dagli albori) specialmente in campo economico, ma dall’inizio della pandemia le ripartizioni anche del materiale sanitario e di protezione hanno confermato questo schema (perfino per i nuovi banchetti di scuola distribuiti prima al nord) è risultato praticamente evidente a tutti. “Prima il nord” non è solo lo slogan di qualche partito padano, è la realtà.

I governatori regionali specialmente del Sud sono molto preoccupati, anche se c’è chi sembra stare più tranquillo come il governatore veneto Zaia che durante un dibattito con De Luca da Bruno Vespa a “Porta a Porta” su Rai 1 il 29 settembre, si è mostrato estremamente soddisfatto “dei suoi veneti” oltre che delle coperture sanitarie ricevute di ogni tipo; chiaramente lui appartiene a quella fetta di Paese più agevolata sotto tutti i punti di vista.

In queste ultime ore infatti il presidente Vincenzo De Luca che da mesi denuncia questo squilibrio è tornato all’attacco: “Nei primi mesi della pandemia il nord era in forte difficoltà e per responsabilità nazionale la Campania (e tutto il Sud) ha rinunciato al 60% delle forniture sanitarie, la nostra regione ha ricevuto circa 34 milioni di forniture rispetto ai 140 e 129 milioni di dispositivi di protezione per la Lombardia ed il Veneto – al di là della qualità ricordate le “mascherine di Bugs Bunny il coniglietto” – adesso però il numero dei contagi si è omologato in tutta Italia e questa sperequazione deve essere corretta rapidamente”.

In effetti ora i dati sono più omogenei da Nord a Sud, secondo quelli degli ultimi giorni dalla fine di settembre ad oggi si è raggiunto un grande aumento dei tamponi effettuati in tutta Italia. Per la Campania si è passati da circa 5500 (in media) di fine settembre a circa 8000 degli ultimi giorni, forse sarà anche questo uno dei motivi per cui siamo riusciti ad individuare nella popolazione più positivi? Come confermato anche da Zaia e lo stesso De Luca, il 90% dei positivi è asintomatico (e non presentando sintomi va ricercato), infatti c’è più preoccupazione per il prossimo futuro specialmente per il Sud che non riceve le forniture sanitarie richieste.

Forse solo se il Sud fosse trattato in egual misura rispetto al Nord, potrebbe vivere questo periodo in maniera più tranquilla, ma considerando che viene messo sempre al secondo posto potrebbe essere giustificata la tensione che in certi contesti si vive da mesi.

Emilio Caserta, giornalista e responsabile ufficio stampa istituzionale. Direttore de "L'Identitario - Quotidiano Indipendente", collaboratore di Vesuviolive ed altre testate giornalistiche locali e nazionali. E' Coordinatore giovanile Nazionale del Movimento Neoborbonico, laureato in Economia e Commercio e proprietario del sito e-commerce identitario www.bottega2sicilie.eu e socio fondatore del 'Caffè Identitario' a Napoli. Appassionato di storia di Napoli e Sud (in particolare dal periodo del Regno delle Due Sicilie a quello Risorgimentale Post-unitario), Attivista del "Comprasud" per la difesa dei prodotti e delle aziende presenti sul territorio meridionale dall'Abruzzo alla Sicilia, collabora con diverse associazioni di beneficenza territoriale.