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Dopo l’attacco degli USA “diversi Paesi offrono la bomba atomica all’Iran”

L’attacco sconsiderato e illegale degli Stati Uniti all’Iran, deciso da Trump senza interpellare il Congresso, può avere effetti devastanti nel mondo intero. Il governo persiano, attraverso la persona del ministro degli esteri Abbas Araghchi, ha affermato che ci saranno “conseguenze eterne”. Non è dato sapere quali siano le strategie degli iraniani, ma ciò che appare molto più probabile è che adesso possano realmente entrare in possesso della bomba atomica.

L’Iran può avere la bomba atomica

Ad affermarlo è Dmitry Medvedev, ex presidente della Russia ed attuale vice segretario del Consiglio di Sicurezza nazionale russo. Medvedev sottolinea sul proprio canale Telegram che gli attacchi americani abbiano inflitto “danni minimi o nulli” alle infrastrutture del ciclo nucleare dell’Iran, che ora proseguirà l’arricchimento dell’uranio e, “ora possiamo dirlo direttamente, la futura produzione di armi nucleari”. Ha poi aggiunto che “diversi Paesi sono pronti a fornire direttamente all’Iran le loro armi nucleari”.

Il presidente americano è stato palesemente manovrato da Netanyahu: Israele, ad eccezione delle testate nucleari che possiede, è molto più debole rispetto all’Iran. Il presidente israeliano, condannato per crimini contro l’umanità per il genocidio del popolo palestinese, ha bombardato le città ed i siti iraniani per essere contrattaccato e portare gli Stati Uniti direttamente in guerra. Se Trump non fosse intervenuto Israele sarebbe stato spacciato o costretto a usare la bomba atomica, ma a quel punto la guerra sarebbe diventata globale e nucleare.

Agli USA non interessa esportare la democrazia

Di fatto, però, l’operazione non ha piegato i vertici del governo dell’Iran, né Khamenei e neanche – soprattutto – gli iraniani che si sono stretti maggiormente intorno al regime e alla Guida Suprema. La promessa di USA e Israele di voler portare la democrazia non convince minimamente, ed a ragione, i persiani, i quali sanno bene cosa è successo in Iraq e Afghanistan: territori invasi e distrutti, centinaia di migliaia di persone uccise, ed infine l’abbandono nel caos più totale. Perché, in realtà, agli Stati Uniti non frega proprio nulla della democrazia. Gli interessi sono esclusivamente economici e geopolitici, in virtù dei quali non si fanno scrupoli a sterminare popolazioni e commettere crimini di guerra.

La resistenza interna dell’Iran che dura da 45 anni

In Iran è presente quella che è stata definita una “resistenza interna”, ovvero un insieme di movimenti che si oppongono al regime teocratico. Una lotta che dura da 45 anni e che prima o poi riuscirà a ottenere la libertà. Ma sarà una libertà che giungerà dal basso, saranno gli iraniani ad affermare la propria volontà. Nessuno ha il diritto di entrare in questo affare a suon di bombe, specialmente perché – lo ripetiamo – ai presunti esportatori di democrazia non interessa nulla della democrazia né della libertà altrui.

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