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Caso del turista ebreo all’Autogrill, la contro versione: “Ci ha chiamati terroristi figli di putt***”

L’episodio avvenuto all’autogrill di Lainate era stato inizialmente presentato come una brutale aggressione antisemita ai danni di un turista francese, ebreo, che afferma di essere stato picchiato e preso a calci dagli avventori italiani che – nel filmato diffuso sui social – gli urlavano contro “Palestina Libera”. Una narrazione ribaltata grazie ad un esposto presentato da due fratelli, i presunti aggressori.

“Palestina libera” all’Autogrill: la contro denuncia smentisce l’ipotesi di antisemitismo

Secondo la controdenuncia, “ci ha detto figli di puttana palestinesi, terroristi”. L’uomo, un 52enne francese di religione ebraica, avrebbe iniziato a fissare con insistenza il gruppo “perché parlavamo arabo”, attirando poi l’attenzione sulle donne presenti “perché indossavano del ciondoli raffiguranti la cartina geografica palestinese”.

Sempre secondo l’esposto, il francese avrebbe insultato e provocato i presenti: “Ci ha sfidato a uscire con insulti e provocato inneggiando ‘Am Ysrael Chai, viva Israele'”. A quel punto hanno reagito, verbalmente ed in modo deciso, gli altri avventori dell’Autogrill che con veemenza hanno invitato il turista a comportarsi a modo e ricordandogli i crimini di guerra e il genocidio di Israele nei confronti dei palestinesi nella Striscia di Gaza. Sullo scontro fisico, i due fratelli sostengono: “Dice di essere la vittima, ma è stato lui il primo a colpire: ha dato una testata a me e un pugno a mio fratello”.

Il precedente simile della Taverna di Santa Chiara a Napoli

Una versione che smonta la narrazione iniziale, proprio come avvenne nel caso della turista israeliana alla Taverna di Santa Chiara a Napoli. Un caso che si è risolto con l’archiviazione della querela contro la titolare Nives Monda, la ristoratrice partenopea la quale – come emerso successivamente – è stata lei vittima di diffamazione e di una campagna d’odio messa in piedi ad arte e poi crollata di fronte alle evidenze.

A spiegare meglio la posizione della difesa è l’avvocato Federico Battistini: “L’uomo che oggi accusa falsamente i miei patrocinati di essere stato aggredito per motivi di odio etnico, nazionale, razziale o religioso, ha rivolto alla compagna di uno dei due di origine palestinese gesti offensivi, insulti razzisti e sessisti e minacce. Qualificare quanto accaduto come espressione di razzismo e antisemitismo è completamente fuorviante, oltre che lesivo della reputazione dei miei assistiti”.

Il legale aggiunge: “La versione dei fatti esposta dal signore francese è parziale e tendenziosa e ha finito col fomentare un clima di odio che costituisce un serio pericolo per la loro incolumità. Infine precisa: “Per inciso, sono cittadini italiani senza alcuna simpatia verso gruppi che incitano a comportamenti d’odio. Al contrario, sono impegnati insieme a persone di varia nazionalità (anche ebree) per combattere ogni forma di discriminazione e violenza”.

Sulla vicenda indagano la Digos e la Procura di Milano. Al vaglio i filmati delle telecamere dell’autogrill e le testimonianze raccolte.

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