Cultura

Maddalena Cerasuolo, l’eroina napoletana delle Quattro Giornate

«[…]
Ma il Ventotto
dello stesso mese
il popolo insorse
contro il massacro e il sopruso,
e c’ero anch’io dietro la barricata,
ragazza piena di amor di patria.
Trovai una mitraglietta
e sparai, sparai, sparai
contro le camionette
e i carri armati…
[…]»

(Maddalena Cerasuolo, estratto da La Mitraglietta)

Tutti ricordiamo le “Quattro Giornate di Napoli”, ma pochi conoscono gli uomini e le donne che ne presero parte. Una di queste è Maddalena Cerasuolo, detta Lenuccia.

Nacque a Napoli, il 3 febbraio del 1920 (morì il 23 ottobre 1999), è stata patriota, antifascista e operaia italiana. E’ ricordata per aver partecipato attivamente e con un ruolo significativo all’insurrezione popolare contro l’esercito tedesco, che si svolse a Napoli dal 27 al 30 settembre 1943, passata alla storia con il nome di Quattro giornate di Napoli, che valse alla città la Medaglia d’oro al Valor Militare per la Resistenza. La sua partecipazione alla Liberazione le venne riconosciuta con l’assegnazione dell’onorificenza di Medaglia di Bronzo al Valor Militare.

Maddalena Cerasuolo, l’eroina delle Quattro Giornate

Era il 1943 quando Lenuccia, ventitrenne, viveva con i genitori in vico Neve a Materdei, chiamato così perché in passato vi si vendevano neve, ghiaccio e acqua. Napoli in quegli anni era vittima di pesanti bombardamenti da parte degli Alleati, il 27 settembre del ’43 vennero catturate migliaia di persone e fu allora che centinaia di napoletani reagirono dando vita all’insurrezione popolare delle 4 Giornate (27-30 settembre), che valse alla città la Medaglia d’oro al Valor Militare per la Resistenza.

Maddalena lavorava come operaia in una fabbrica di scarpe e si unì volontariamente al gruppo dei “cercatori d’armi”, per scovare armi ovunque esse fossero ed impedì che i tedeschi depredassero la fabbrica di scarpe dove lavorava in vico delle Trone.

Difese con i suoi compagni partigiani i rioni Materdei e Stella e, armata di fucile, al fianco del padre e di altri partigiani, salvò il Ponte della Sanità. Quello che oggi porta il suo nome. Ricevette per questo una medaglia di bronzo al valor militare.

Partecipò alle missioni con i servizi segreti britannici

Il suo nome di battaglia era “Maria Esposito”, sigla “C22”, ed operò dal 23 ottobre 1943 all’8 febbraio 1944, con lo Special Operations Executive (SOE), servizi segreti britannici, partecipando, dopo un breve periodo di addestramento a Forio di Ischia, a due importanti missioni militari: Hillside e Kelvin.

Poi si paracadutò oltre le linee nemiche tra Roma e Montecassino, e per raccogliere informazioni si finse cameriera dell’artista Anna d’Andria. Finita la guerra Maddalena si sposò ed ebbe quattro figli: Carlo, Gaetana, Gennaro e Patrizia.

Nella scheda personale dei registri del SOE è registrata con le seguenti note riguardanti il suo servizio:

«Ha preso parte cospicua nell’insurrezione di Napoli. Ha aiutato nella costruzione di barricate e partecipato al combattimento con fucile e granate. È stata dimessa l’8 febbraio 1944 e pagata nella stessa data per il valore di 7’500 lire per la perdita dei vestiti. Non ha ricevuto bonus o certificato di servizio».

Alle Quattro Giornate ed in particolare a Maddalena Cerasuolo è dedicato il cortometraggio Barricate del regista Alessandro Scippa del 1995 e Carlo Faiello scrisse testi e musica di una canzone dedicata all’eroina napoletana, intitolata “Maddalena”, interpretata poi da diversi artisti.

Fonti:

  • Storia della Resistenza italiana, Einaudi, 1970; Storia dell’Italia partigiana, settembre 1943-maggio 1945, Laterza, 1966
  • Gaetana Morgese, La guerra di mamma. Maddalena «Lenuccia» Cerasuolo nelle quattro giornate di Napoli, Napoli, Massa, 2010, ISBN 978-88-95827-24-7.
  • La Mitraglietta – Wikisource, su it.wikisource.org.